Malta
In immagini: La vita quotidiana a Malta durante la Seconda Guerra Mondiale
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5 mesi agoon
By
Redazione AI
La vita riprende vicino all’Opera House bombardata, a La Valletta.
Le nostre isole sostengono di essere state il Paese più intensamente bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale. Malta militare è stata probabilmente anche una delle più fotografate.
Compatibilmente con le norme di sicurezza della difesa, che vietavano l’uso della macchina fotografica negli spazi pubblici, i fotografi autorizzati registrarono migliaia di immagini di guerra: personale armato, combattimenti tra cani, convogli marittimi, unità di demolizione, artiglieria antiaerea, sport militari. Insomma, tutto quello che serve. Queste immagini hanno giustamente trovato posto in molte memorie di guerra pubblicate.
Non si può dire lo stesso delle immagini della vita quotidiana in tempo di guerra. Sembra che siano state scattate o siano sopravvissute pochissime fotografie – una vera rarità.
Sappiamo che, più o meno, la vita degli abitanti continuava, nonostante i bombardamenti quotidiani, i pericoli, le distruzioni, i racket, le carestie, i terrori, i rifugi sotterranei, le epidemie e i mercati neri. Ma questo lo sappiamo soprattutto attraverso la tradizione scritta e orale, non attraverso le rappresentazioni visive.
Ho pensato che fosse mio dovere mettere insieme il maggior numero possibile di immagini della vita civile a Malta durante il blitz e infrangere la mia regola di limitare ogni soggetto a un solo elemento autonomo. In questo caso particolare, intendo distribuire la mia raccolta in due o tre puntate. Sono certo che i lettori saranno d’accordo sul fatto che sarebbe asociale nascondere rari tesori storici, molti dei quali mai pubblicati prima.
La qualità delle immagini varia. Alcune provengono da scansioni di fotografie reali incontaminate, mentre altre sono copie che ho prelevato da rare pubblicazioni a stampa. La maggior parte delle persone che appaiono in queste immagini sono passate, con la possibile eccezione di alcuni dei bambini più piccoli.
Saluto i “nativi” e celebro la loro memoria, la loro resistenza, la loro capacità di recupero e il loro stoicismo. Senza di loro, la sopravvivenza di Malta contro il nazismo assassino e il fascismo fanatico sarebbe stata impensabile.
In immagini: Altre immagini della vita quotidiana maltese durante la Seconda guerra mondiale
Immagini di lotte per la sopravvivenza, della capacità di adattarsi alle avversità , di affrontare la morte come routine e l’eccezionale come normalitÃ
Ho già commentato l’abbondanza di fotografie di guerra delle attività militari e la scarsità di immagini della vita quotidiana della popolazione assediata. Lo stesso squilibrio segna la maggior parte delle memorie scritte sulle battaglie per la sopravvivenza di Malta. Innumerevoli narrazioni, la maggior parte di autori britannici, raccontano i terribili anni della guerra, con candore, con vanagloria, con agghiacciante umorismo, con sfida.
Ma la maggior parte dei narratori lascia l’impressione di aver vinto la guerra in un Paese praticamente privo di popolazione autoctona. I maltesi, se ci sono, sono solo un rumore di fondo, inadatto al chiassoso festival dell’autocompiacimento britannico.
Per sapere come noi autoctoni abbiamo vissuto la seconda guerra mondiale, bisogna attingere alle narrazioni di autori locali; per citarne alcuni che mi vengono in mente: Philip Vella, Charles J. Boffa, Michael Galea, Joseph Micallef e Charles B. Grech. Le loro testimonianze restano preziose. Anche Ernle Bradford ha un resoconto eccellente e simpatico, ma non come testimone oculare.
L’unica eccezionale narrazione britannica di Malta nel secondo conflitto mondiale in cui i maltesi figurano come attori principali rimane quella di Stewart Perowne, scrittore, storico e diplomatico. È una boccata d’aria fresca e onesta trovare un membro dei servizi segreti britannici che rende un tributo indegno agli impeccabili internati e deportati maltesi in Uganda durante la guerra e che critica gli abusi coloniali che hanno subito, già ampiamente denunciati dai giudici di Sua Maestà prima di lui.
Oggi pubblico una seconda serie di fotografie di vita “ordinaria” durante un assedio straordinariamente crudele. Niente di eroico, niente di epico: solo immagini di lotte per la sopravvivenza, della capacità di adattarsi alle avversità, di affrontare la morte come routine e l’eccezionale come normalità.
In immagini: La vita quotidiana a Malta durante l’assedio
Dal razionamento, le code interminabili e le epidemie, ai nuovi crimini, il linciaggio dei piloti nemici e la vita sottoterra
Altre immagini della Malta assediata che lotta per la sopravvivenza contro le probabilità letali durante il blitz fascista e nazista. Torrenti di bombe, carestie e malnutrizione, scarsità di carburante e brutte epidemie hanno contribuito a privare la vita non di fascino ma di speranza.
Alcuni ricordi si impongono più di altri: l’onnipresente razionamento di quasi tutto, dai generi alimentari ai vestiti, dai giocattoli ai cosmetici, dalla benzina alle sigarette, dai servizi postali d’oltremare alle radio.
Il prezioso “libro delle razioni”, l’esorbitante mercato nero, gli abiti di seconda mano, le cucine della città e del villaggio Victory che distribuivano una pappa immangiabile che rivendicava una qualche remota conoscenza con la carne di capra, per la quale si accapigliavano interminabili code, e il governatore che orgogliosamente andava in onda per annunciare una manciata di fagioli come bonus natalizio.
E poi le epidemie, alcune delle quali sono il risultato della malnutrizione cronica. Ondate di scabbia, scarlattina, rachitismo, peste bubbonica, scorbuto, infestazioni di pidocchi, paralisi infantile, medicine sostitutive e i primi accenni a misteriosi antibiotici.
Sullo statuto ufficiale comparvero nuovi reati: ascoltare la radio nemica, accumulare cibo, fare fotografie non autorizzate, fare mercato nero, ospitare i renitenti alla leva e luci visibili di notte. E anche quelle non ufficiali, come parlare italiano, fare propaganda disfattista, canticchiare l’opera italiana o guidare auto tedesche. Altre leggi sembrano essere state sospese: I piloti italiani e tedeschi che si paracadutavano dagli aerei nemici colpiti venivano abitualmente linciati all’atterraggio; non si registrano procedimenti giudiziari.
Ogni vita che poteva spostarsi nel sottosuolo. All’inizio, enormi rifugi comuni come le gallerie ferroviarie in disuso o i sotterranei di grandi edifici pubblici si trasformarono in dormitori di fortuna, prima che si diffondessero le piroghe private.
Ogni giorno e ogni notte, gli assediati cucinavano, spettegolavano, giocavano, dormivano, pregavano e facevano l’amore nelle viscere della terra, mentre i macchiaioli e gli Junker saltellavano sopra di loro.
Tutte le immagini provengono dalle collezioni dell’autore