Trentuno anni fa, Mary Mallia ha affrontato un dolore che avrebbe spezzato chiunque: la perdita di sua madre a causa del suicidio. Oggi, dopo decenni di ricerca interiore, decide di condividere la sua storia in un libro che promette di illuminare chi si trova ad affrontare le stesse ombre di dolore e domande irrisolte. Un viaggio emozionante verso la comprensione, la guarigione e la rinascita.
“Esiste un silenzio, uno stigma intorno al suicidio. Ascoltare la storia di qualcun altro può darti il permesso di parlarne, e questo è il primo passo verso la guarigione”
, racconta Mary, oggi 56enne, con una forza che sembra quasi tangibile.
Il suo libro, Liberation at Last: Love after Death
, non è solo un racconto: è una guida, un messaggio di speranza per chi lotta contro il buio. Ma dietro le pagine, c’è una vita segnata dal sacrificio. Mary aveva solo 25 anni quando, durante un concerto natalizio a scuola, il preside la chiamò per darle la notizia che avrebbe cambiato tutto: sua madre, a soli 43 anni, aveva messo fine alla sua vita dopo vari tentativi.
“Avevo 12 anni quando capii che mia madre stava male. Fece il primo tentativo di suicidio, e fui io a trovarla”, ricorda Mary con voce ferma, ma piena di emozione. “Ci furono altre volte. I ruoli si invertirono: ero io a prendermi cura di lei. Ogni giorno, tornare a casa era un salto nel vuoto, temendo di trovarla senza vita.”
La sua infanzia fu segnata dalla responsabilità e dalla paura, ma anche da una straordinaria capacità di resilienza. “La fede mi ha aiutata. Una volta fuori casa, mi obbligavo a concentrarmi su ciò che dovevo fare. Certo, avevo giornate no, in cui tutto sembrava insopportabile. Ma sapevo che, per prendermi cura di lei, dovevo prendermi cura di me stessa, anche da bambina.”
Mary trovò sostegno in un gruppo di amici e insegnanti del Society of Christian Doctrine (MUSEUM). Ma il 20 dicembre 1993, a pochi giorni dal Natale, sua madre scelse di porre fine al suo dolore. Per Mary, quel giorno significò affrontare rabbia, senso di colpa e un dolore lacerante.
Nonostante tutto, la vita doveva andare avanti. Mary si sposò e si trasferì nel Regno Unito, dove trovò rifugio nello yoga e iniziò il suo percorso di guarigione. Ma dentro di lei, l’idea di raccontare la sua storia cresceva. Dieci anni fa, in una notte apparentemente normale, le parole “scorsero come un fiume”, e nacque il primo manoscritto. Quella versione iniziale era cupa, intrisa del dolore di allora. Oggi, dopo un altro decennio di guarigione, il libro riflette speranza e luce.
La narrazione intreccia realtà e finzione, con elementi di realismo magico e prospettive multiple: quella di Mary, quella di sua madre e quella di un narratore. I personaggi hanno nomi di fantasia per proteggere l’identità dei suoi cari, ma il nome della figlia, Marie, rimane un eco di Mary stessa.
Scrivere è stato un viaggio di riconciliazione. “Ora sento di avere il miglior rapporto che abbia mai avuto con mia madre. Mi appare nei sogni, sento la sua presenza. Comprendo molto meglio da dove veniva il suo dolore, e questo mi ha dato compassione, per lei e per tutti noi che stavamo cercando di sopravvivere. Era una lotta continua: o affogavi, o imparavi a nuotare.”
Mary vuole che la sua esperienza porti un messaggio di speranza a chi si trova in situazioni simili: “Non giudicarti troppo severamente. È una situazione difficilissima. Trattati con compassione. Quando sei accanto a qualcuno con pensieri suicidi, in quel momento stai facendo il meglio che puoi. Il senso di colpa arriverà, penserai che avresti potuto fare di più. Ma, in realtà, hai dato tutto.”
Poi, il passo successivo: “Perdona la persona che si è tolta la vita. Riguardando alla mia storia, mi rendo conto di quanto mia madre mi amasse.”
Il libro sarà presentato il 24 gennaio alle 19:00 presso Dar Frate Jacoba, Triq Sant’Antnin, Marsascala. Chi desidera partecipare può contattare Mary all’indirizzo mariemallia650@gmail.com
. Copie firmate saranno disponibili anche presso BDL, San Ġwann.
Sostegno e numeri utili
Tra il 2011 e il 25 maggio 2024, 339 persone hanno perso la vita per suicidio. Nel 2023, 27 morti; tra gennaio e ottobre dell’anno scorso, altre 21.
Se ti senti sopraffatto o hai bisogno di aiutare qualcuno, chiama il 1579 o la linea di assistenza di Richmond Malta al 1770. Puoi anche utilizzare OLLI.Chat per chattare con un professionista. Per supporto post-lutto, contatta Victim Support Malta al numero 2122 8333 o all’indirizzo info@victimsupport.org.mt
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Foto e video: Jonathan Borg