Le ferite riportate da Pelin Kaya, la giovane donna uccisa quando una BMW guidata da Jeremy Camilleri le è piombata addosso mentre camminava in una strada di Gżira, mostrano che la vittima è stata colpita da dietro.
Queste ferite sono state brevemente descritte dal medico legale Edward Cherubino durante la testimonianza di mercoledì nella raccolta di prove in cui Camilleri è accusato di omicidio volontario.
La vittima, una designer d’interni turca di 30 anni, stava camminando in via Testaferrata di notte, il 18 gennaio, quando Camilleri, 33 anni, di nazionalità francese e maltese, le è piombato addosso con la sua BMW prima di schiantarsi contro la stazione di servizio Paul and Rocco e il ristorante KFC.
L’autista è poi sceso dall’auto e ha lanciato pietre contro la vittima che giaceva immobile sul marciapiede, insultandola verbalmente mentre stava morendo.
Ha anche minacciato e aggredito terze persone e ha mantenuto la sua posizione aggressiva anche quando la polizia è arrivata sul posto, gridando ad alta voce che voleva “diventare famoso” mentre gli agenti tentavano di arrestarlo.
Alla fine ha dovuto essere colpito con il taser e ammanettato, con i paramedici che gli consigliavano di rimanere ammanettato per la sicurezza di tutti.
Nel corso di una precedente udienza, un esperto scientifico, incaricato di effettuare gli esami sui campioni di urina e di sangue prelevati dall’imputato, ha testimoniato che entrambi erano risultati positivi alla cocaina e alla cannabis.
Quando il caso è proseguito mercoledì, il medico legale ha spiegato due principali risultati importanti dopo aver esaminato il corpo della vittima.
Un grosso livido sulla natica destra era importante per determinare il primo punto di impatto.
La vittima aveva anche un cranio fratturato e ferite multiple.
Ma la principale causa di morte è stata la resezione traumatica dell’aorta, cioè la lacerazione dell’arteria principale, ha spiegato il medico, presentando la sua relazione.
Una donna che aveva precedentemente testimoniato di come l’accusato l’avesse colpita alla testa con una pietra mentre lui dichiarava di essere “il re di Gżira”, pochi minuti dopo quell’incidente mortale, è tornata sul banco dei testimoni mercoledì.
Fiona Brincat ha presentato una copia del certificato medico che aveva ricevuto al centro di salute di Floriana dove si era recata quella notte dopo che Camilleri le aveva “spaccato” la testa con un grosso sasso.
Si è ritrovata sulla scena dell’incidente dopo aver finito le sigarette e aveva preso un taxi per Gżira per comprarne una nuova scorta. La testimone ha anche confermato le foto di se stessa, che mostrano le sue ferite, che erano state scattate alla stazione di polizia dove si è poi recata per sporgere denuncia.
Il caso continua.
L’ispettore Kurt Zahra sta perseguendo insieme agli avvocati di AG Kaylie Bonnett e Nathaniel Falzon.
Gli avvocati Alfred Abela e René Darmanin sono i difensori. Gli avvocati Shazoo Ghaznavi, Charlon Gouder e Ramona Attard si sono costituiti parte civile.