Gli esperti impiegheranno quasi un anno per sbloccare il telefono dell’ex primo ministro Joseph Muscat, un tassello fondamentale nell’inchiesta sugli ospedali Vitals. Il motivo? Muscat ha rifiutato di fornire il codice di accesso, un gesto che getta ulteriori ombre su un caso già denso di accuse di corruzione e tangenti. La rivelazione shock è emersa giovedì in aula, dove il tribunale ha ascoltato una sequenza di testimonianze scottanti.
Keith Cutajar, esperto incaricato dal tribunale, ha raccontato i retroscena tecnici di questa operazione complessa. “Abbiamo iniziato il processo di sblocco all’inizio dell’inchiesta, ma abbiamo dovuto interromperlo quando il telefono, un iPhone 12, è stato richiesto come prova per l’udienza”
, ha spiegato Cutajar. Dopo aver ottenuto il via libera il 23 settembre scorso, il team ha avviato un software che sta provando oltre 1.100 combinazioni al giorno. La stima? Ci vorranno ben 298 giorni, quasi un anno, per completare il lavoro. E ogni interruzione comporta un reset completo del sistema.
Muscat, insieme all’ex capo di gabinetto Keith Schembri e all’ex ministro Konrad Mizzi, è accusato di riciclaggio di denaro, corruzione e tangenti in relazione alla concessione degli ospedali Vitals, un affare che è stato poi annullato dai tribunali. Durante l’udienza, il tribunale ha esaminato documentazioni bancarie e altri atti rilevanti, mentre la difesa ha cercato di opporsi con forza alla presentazione degli atti del caso civile condotto da Adrian Delia, quello che portò alla storica decisione di annullare la concessione.
L’avvocato della difesa Stephen Tonna Lowell ha sollevato dubbi sulla pertinenza di queste prove, chiedendo se fosse possibile contro-interrogare i testimoni collegati. Ma la magistrata Rachel Montebello è stata chiara: “L’ammissibilità di queste prove sarà valutata in una fase successiva”
. Con queste parole, ha rinviato il procedimento all’8 gennaio, lasciando tutti con il fiato sospeso.
Foto: [Archivi Times of Malta]