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Il caso dei tre della El Hiblu procederà: giudice ordina la separazione dell’accusa di scomparsa

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I tre della El Hiblu. Foto: Joanna Demarco, Campagna Free Elhiblu3

Un giudice ha ordinato la separazione del caso giudiziario di un giovane ivoriano, che si ritiene si sia dato alla fuga per evitare il processo per il dirottamento della petroliera El Hilblu, da quello di altri due giovani che devono affrontare le stesse accuse.

Il giudice Consuelo Scerri Herrera ha ordinato la separazione dopo aver sentito l’ispettore di polizia Omar Zammit testimoniare che Abdul Kader si era dato alla fuga e che la polizia aveva emesso un mandato di arresto internazionale ed europeo.

“Kader è scomparso dall’estate. Ad oggi non abbiamo alcuna informazione su dove si trovi”, ha detto l’ispettore.

L’ispettore ha testimoniato nel corso di una seduta tenutasi per contestare legalmente alcuni aspetti dell’atto d’accusa, in vista del processo.

Kader è uno dei tre giovani accusati di aver dirottato una petroliera quando avevano 15, 16 e 19 anni.

Gli altri due sono Amara Kromah, il più giovane, e Abdalla Bari, il più anziano. Entrambi provengono dalla Guinea.

Il giudice ha ordinato che il processo contro Kromah e Bari sia discusso separatamente da quello contro Kader, per consentire la prosecuzione del procedimento alla luce della sua assenza.

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A novembre dello scorso anno, il Procuratore Generale ha emesso un atto di accusa nei confronti dei due uomini, il che significa che saranno processati e dovranno affrontare accuse di terrorismo.

La decisione del Procuratore generale ha riavviato un caso che era rimasto inattivo per più di un anno, dopo che i pubblici ministeri avevano finito di presentare le loro prove contro gli accusati nel settembre 2022.

Tutti e tre potrebbero rischiare l’ergastolo se riconosciuti colpevoli.

La decisione ha lasciato sgomenti gli attivisti internazionali che si sono battuti affinché il caso contro gli accusati, soprannominati i tre della El Hiblu, venisse aperto.

La saga di El Hiblu

Bari, Kromah e Kader avrebbero dirottato la nave che li ha salvati in mare, la El Hiblu, dopo aver temuto che il suo capitano li avrebbe riportati in Libia.

Mentre la petroliera faceva rotta verso Malta, è stata intercettata da un’unità delle forze speciali dell’AFM, che ha preso il controllo della nave e l’ha portata a terra.

Tutti e tre sono stati trattenuti, arrestati e incriminati in seguito a quell’incidente del marzo 2019.

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Le accuse andavano da atti di terrorismo ad arresto illegale e violenza privata. All’epoca avevano solo 15, 19 e 16 anni.

I tre sono stati tenuti in custodia dalla polizia per otto mesi e hanno ottenuto la libertà su cauzione nel novembre 2019.

Negano le accuse e affermano che stavano solo servendo come traduttori per gli altri a bordo della nave, dato che parlavano inglese e potevano comunicare con il capitano.

Il caso dei tre della El Hiblu ha ricevuto un’ampia attenzione internazionale, con campagne guidate dalla ONG per i diritti umani Amnesty International e da una coalizione internazionale di sostenitori dei diritti umani, studiosi e leader religiosi.