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Malta

Monasteri femminili di Malta sull’orlo dell’estinzione: chiusura imminente?

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Le comunità monastiche femminili di Malta stanno scomparendo a un ritmo allarmante! Negli ultimi 30 anni, il numero di suore nei monasteri è crollato del 62%. La ricercatrice Daniela Apap Bologna ha lanciato l’allarme su questo drammatico declino, rivelando che senza nuove vocazioni, la secolarizzazione potrebbe portare alla chiusura di questi storici luoghi di culto.

“Le comunità monastiche in diminuzione sono a rischio,”  avverte Apap Bologna, riferendosi a monasteri come St Ursula’s, St Catherine’s, St Scholastica, St Margaret’s e St Peter’s. In particolare, il Monastero di San Pietro ha subito la perdita più drastica, passando da 32 suore nel 1967 a una sola nel 2022. Anche St Ursula’s, che una volta contava 26 suore, ora ne ha solo nove.

Il problema è internazionale: in Italia, le comunità monastiche femminili sono diminuite del 39% nello stesso periodo. Apap Bologna sottolinea che questi monasteri devono essere trattati come “patrimonio religioso vivente” e avverte che se non si arresta questa tendenza, “la secolarizzazione prenderà il sopravvento.”

La sua tesi di laurea magistrale, ‘Female Cloistered Monasteries in Malta: Issues and Challenges in Safeguarding Living Religious Heritage in the Event of Secularisation’, mira a sensibilizzare sull’importanza di preservare non solo i monumenti, ma anche le storie e le tradizioni delle suore che li abitano. “L’intenzione era di comprendere questi monumenti attraverso le storie e i ricordi delle loro guardiane, le suore che ancora li abitano e li utilizzano in modo tradizionale, prima che possano essere abbandonati,”  ha spiegato Apap Bologna.

Un altro dato preoccupante è l’età avanzata delle suore rimaste. A St Ursula, l’età media delle suore è di 65 anni. La mancanza di nuove vocazioni è evidente anche a St Scholastica, dove il numero di suore si è dimezzato a 10, e a St Margaret’s, che è sceso da 21 a otto. St Catherine’s ha subito un calo drastico, passando da 32 suore a solo tre.

La ricerca di Apap Bologna suggerisce che per salvaguardare questi luoghi sacri, è necessario registrare sistematicamente le storie personali delle suore. “Senza una registrazione sistematica, le narrazioni personali di queste suore saranno perdute per sempre,” avverte Apap Bologna. I monasteri che hanno perso il loro “elemento vivente” rischiano di vedere la dispersione del loro patrimonio architettonico, artistico e culturale.

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Alcuni monasteri stanno cercando di adattarsi. Ad esempio, una parte del Monastero di San Pietro ospita ora un museo, e St Catherine’s ha aperto i piani inferiori al pubblico per generare entrate e mantenere vive le tradizioni.

“Le vite delle comunità nei monasteri sono molto simili, ma le storie e le usanze personali sviluppate in questi spazi contengono particolarità uniche,” conclude Apap Bologna. “La perdita improvvisa della componente ‘vivente’ dei siti di patrimonio religioso mette a rischio la loro architettura, opere d’arte, biblioteche, archivi, etnografia, arredamenti, così come le loro tradizioni, rituali e narrazioni consolidate.”

Foto: Chris Sant Fournier