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Malta

500.000 euro di risarcimento per i terreni espropriati più di 50 anni fa

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The site occupied by Malta Freeport. (File photo)

Una famiglia che ha atteso 50 anni per ottenere un risarcimento per le proprietà espropriate per far posto allo sviluppo del porto franco ha ottenuto quasi 500.000 euro come risarcimento, compresi 5.000 euro per danni morali.

Sei appezzamenti di terreno agricolo a Kalafrana e Benghajsa furono espropriati nel febbraio 1969 insieme a un altro sito, precedentemente noto come “Villa Cachia”.

I siti furono presi dallo Stato “per uno scopo pubblico” e tutte le strutture costruite lì furono demolite, per far posto alla zona di Freeport. Ma i proprietari dei terreni furono lasciati a bocca asciutta.

Quando il proprietario terriero Paul Cachia e sua moglie morirono, le proprietà passarono agli eredi in parti uguali, ma dopo 50 anni non fu mai ricevuto alcun risarcimento per l’esproprio.

I proprietari hanno intentato una causa separata sostenendo che non esisteva uno scopo pubblico, poiché il porto franco era un’impresa privata.

Hanno portato avanti le loro richieste fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che alla fine ha respinto le loro richieste sulla base del fatto che non avevano esaurito tutti i rimedi nazionali.

I proprietari terrieri hanno quindi avviato un procedimento costituzionale sostenendo che i loro diritti fondamentali erano stati violati in quanto era stato loro negato un risarcimento che rappresentava il valore dei terreni sul mercato libero.

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Il giudice Mark Simiana, che presiede la Prima Aula della Corte civile nella sua giurisdizione costituzionale, ha dichiarato martedì che c’è stato un “ritardo esagerato” nel caso dei ricorrenti.

Il valore del terreno era cambiato alla luce dell’indice di inflazione.

La corte ha riflettuto a lungo se dovesse concedere un indennizzo, dal momento che la questione rientrava nella competenza speciale del Land Arbitration Board, in quanto organo giudiziario che doveva concedere un indennizzo ai proprietari delle proprietà espropriate.

Tuttavia, il tribunale ha osservato che se si fosse astenuto dal concedere l’indennizzo avrebbe protratto ulteriormente una situazione che, a suo avviso, violava i diritti fondamentali dei ricorrenti.

Il tribunale ha quindi proceduto a calcolare il relativo indennizzo in base alla legge sui terreni governativi.

Tale somma ammonta a 432.345,43 euro per la violazione del diritto fondamentale al godimento della proprietà, oltre ad altri 5000 euro di danni morali.

Il tribunale ha inoltre ordinato all’Autorità fondiaria di pubblicare l’atto di acquisto entro tre mesi dalla sentenza definitiva.

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Gli avvocati Jose’ Herrera, Mario DeMarco e David Camilleri hanno assistito i ricorrenti.