Il Consiglio dei ministri si è riunito lunedì 21 novembre 2022, alle ore 21.00 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni ed il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Il Governo si è per la prima volta espresso dando una prima impronta sul suo futuro operato fornendo le linee che caratterizzeranno il Bilancio 2023.
La manovra finanziaria da 35 Miliardi del neo governo eletto presieduto dall’Onorevole Giorgia Meloni è caratterizzato da un approccio che mira a dare un realistico sollievo al paese, tenendo conto del “grigio” clima a livello internazionale che preoccupa e minaccia l’equilibrio dei mercati economici
. La manovra, dunque sembrerebbe concentrarsi su una canalizzazione delle risorse finanziarie a favore di famiglie e imprese per attenuare, il cuneo fiscale, l’Iva, il peso del caro energia e dell’inflazione.
Insomma il primo intervento in materia di finanza ed economia del nuovo governo ha messo già in chiaro quella che sarà la linea di pensiero, già espressa in campagna elettorale tra cui la famosa flat tax e quella che ha suscitato più discussioni in merito il reddito di cittadinanza
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Passiamo ora all’analisi della manovra nei suoi punti più salienti:
- Per il caro energia sono stati previsti circa 21 miliardi da spendere nei primi 3 mesi del 2023 per alleviare il carico sulle famiglie di cui verrà anche allargato la platea dei beneficiari. Confermata l’eliminazione degli oneri impropri nelle bollette e previsto aumento del credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale che per bar, ristoranti ed esercizi commerciali salirà dal 30% al 35%. Confermato infine il Bonus sociale bollette di cui ne viene anche rafforzato il meccanismo che consente di ricevere il bonus innalzando il tetto Isee da 12.000 euro a 15.000 euro.
- Per quanto riguarda la Flat tax si estende fino a 85.000 € e inoltre si prevede una sorta di tregua fiscale per cittadini e imprese che hanno subito gravi perdite durante la pandemia da Covid-19.
- Nuove regole anche per il sistema pensionistico si introduce dal 2023 la quota 103 (41+62) in più prevede un bonus per chi decide di restare a lavoro con una decontribuzione del 10%. Rinnovata l’opzione donna con alcune modifiche che prevedono la possibilità di andare in pensione a 58 anni con due figli o più e 59 con un figlio, 60 in altri casi.
- Premi di produttività detassati con aliquota al 5% per i dipendenti con premi di produttività fino a 3.000 euro. Previste anche sgravi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato con una soglia di contributi fino a 6 mila euro per chi ha già un contratto a tempo determinato e in particolare pe le donne under 36 e infine per coloro i quali percepiscono il del reddito di cittadinanza.
- In merito al Tetto al contante dal 1° gennaio 2023 la soglia per l’uso del contante salirà da 1.000 a 5.000 euro
- La manovra conferma i preziosi aiuti per l’acquisto della prima casa previsti per i giovani under 36 i quali potranno anche nel 2023 beneficiare del bonus, riconosciuto dal governo come una solida e importante azione a favore di una sostanziale ripresa sociale del paese.
- Prevista una riduzione dell’Iva dal 10 al 5% per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile. Viene inoltre istituito un fondo di 500 milioni di euro per la realizzazione di una “Carta Risparmio Spesa” per gli Isee più bassi fino a 15.000 euro gestita dai comuni e volta all’acquisto di beni di prima necessità.
- Per il reddito di cittadinanza previsto un taglio graduale dell’assegno, per il 2023 si parla di anno cuscinetto poiché di fatto il reddito viene mantenuto, ma con alcune modifiche tra cui la possibilità di richiederlo per altre 12 mensilità con un taglio del 25% sull’importo dell’assegno. Per quanto riguarda la possibilità di rifiutare la proposta di lavoro , questa viene diminuita, infatti all’inizio il percettore aveva la possibilità di rifiutare per tre volte, successivamente questa opzione era passata a due. Ora con la nuova manovra si prevede una sola possibilità di rifiuto dopo la quale il percettore perderebbe il diritto all’assegno. Secondo le stime si prevede che queste modifiche comporteranno un risparmio di 1,8 miliardi nel 2023 a fronte di un costo relativo all’anno 2021 di quasi 9 miliardi (fonte Inps).