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Tassi di interesse elevati destinati a persistere

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L’inflazione rimane elevata e al di sopra dei livelli imposti, ma se le recenti comunicazioni sono di buon auspicio, sembra che le banche centrali occidentali, in primo luogo la Banca Centrale Europea (BCE) e la Federal Reserve (FED), abbiano raggiunto il picco del loro rispettivo ciclo di rialzo. Ciò avviene dopo diversi mesi di rialzi significativi, iniziati nel marzo 2022 quando la Fed ha iniziato ad aumentare i tassi. Tuttavia, nonostante i recenti discorsi secondo i quali i tassi hanno raggiunto o sono prossimi al raggiungimento del picco, i dati finanziari delle varie economie indicano che forse c’è spazio per un ulteriore aumento dei tassi.

La capacità di spesa dei consumatori americani rimane forte grazie al solido mercato del lavoro. Infatti, i dati sulle vendite al dettaglio core di agosto hanno mostrato una crescita dello 0,1%, inferiore a quella di luglio (0,7%) ma superiore alle attese. Si prevede che la spesa dei consumatori rimanga solida nonostante il recente allentamento del mercato del lavoro, poiché i bilanci delle famiglie mostrano ancora segni di forza.

Gli indicatori macroeconomici statunitensi mettono a rischio le aspettative ampiamente diffuse di un prossimo rallentamento, con la Fed di Atlanta che prevede una crescita del PIL reale del 4,9% nel terzo trimestre. Inoltre, la misura preferita dalla Fed per l’inflazione, ossia l’inflazione di fondo, complica il quadro sulla necessità di ulteriori rialzi dei tassi. L’inflazione core si è attestata al 4,3% in agosto, un valore inferiore al 4,7% del mese precedente, ma comunque sostanzialmente superiore all’obiettivo della Fed del 2%.

La scorsa settimana la BCE ha aumentato i tassi per la decima volta consecutiva, annunciando un rialzo di 25 punti base. Tuttavia, la BCE ha segnalato di aver probabilmente raggiunto tassi di politica “sufficientemente restrittivi”. Il messaggio della BCE durante la riunione è stato percepito come dovish nonostante il rialzo dei tassi, in quanto il messaggio fornito alludeva al fatto che il ciclo di rialzi potrebbe essere terminato. Pertanto, l’attenzione del mercato si sposterà ora sulla durata per la quale la BCE manterrà i tassi di policy al loro massimo, prima di abbassarli definitivamente a livelli meno restrittivi.

L’attuale situazione macroeconomica dell’Europa è diversa da quella degli Stati Uniti. Mentre l’inflazione rimane elevata in Europa, la crescita economica nell’area dell’euro è più debole rispetto agli Stati Uniti: la BCE, secondo la sua ultima proiezione, prevede una crescita economica dello 0,7% quest’anno, rivista al ribasso dello 0,2% rispetto alla proiezione precedente.

Gliindicatori macroeconomici statunitensi mettono a rischio le aspettative ampiamente diffuse di un prossimo rallentamento – Simon Gauci Borda

A causa dell’aumento dei prezzi dell’energia, le previsioni sull’inflazione globale sono state riviste al rialzo al 5,6% e al 3,2% rispettivamente per il 2023 e il 2024. Nel complesso, contrariamente agli Stati Uniti, le previsioni della BCE dipingono un quadro di crescenti venti contrari per l’economia del blocco.

L’indebolimento del quadro macroeconomico europeo è determinato anche dal rallentamento dell’economia cinese, poiché le esportazioni europee, soprattutto quelle tedesche, dipendono dalla domanda dei consumatori cinesi. I dati pubblicati di recente mostrano che il settore manifatturiero in Cina si sta indebolendo, mentre il settore dello sviluppo immobiliare, che contribuisce in modo significativo all’economia cinese, è in declino, come dimostrato dal fallimento di Evergrande e Country Garden, tra gli altri.

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Il dibattito sul raggiungimento del picco dei tassi è stato ulteriormente complicato dal recente aumento del prezzo del petrolio e dai suoi effetti sull’inflazione. Da metà giugno, il prezzo del petrolio è salito del 32% circa. Le scorte di petrolio rimangono limitate e si prevede che si restringeranno ulteriormente con la riduzione della produzione da parte dei produttori OPEC e non OPEC.

Se le banche centrali aumenteranno ulteriormente i tassi rispetto ai livelli attuali è ancora oggetto di dibattito, in quanto vi sono diversi fattori che possono alterare il percorso della politica monetaria rispetto alle attuali aspettative. Tuttavia, sembra che i tassi debbano rimanere elevati per qualche tempo per domare gli alti livelli di inflazione prima di adottare misure meno restrittive.

Le informazioni presentate in questo commento sono fornite esclusivamente a scopo informativo e non devono essere interpretate come consigli di investimento, né essere utilizzate o considerate come un’offerta o una sollecitazione a vendere/acquistare o sottoscrivere strumenti finanziari, né costituire alcun consiglio o raccomandazione in merito a tali strumenti finanziari. Curmi and Partners Ltd è un membro della Borsa di Malta ed è autorizzata dalla MFSA a svolgere attività di servizi di investimento.

Simon Gauci Borda è analista di ricerca presso Curmi and Partners Ltd.