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Previsto PIL in calo

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Secondo la Banca Centrale, la domanda interna dovrebbe essere il principale motore della crescita nel 2024.

Secondo le ultime stime della Banca Centrale di Malta (CBM), la crescita del prodotto interno lordo (PIL) di Malta dovrebbe moderarsi entro la fine del 2026.

Il PIL dovrebbe crescere del 4,4% nel 2024, per poi scendere al 3,6% nel 2025 e al 3,3% nel 2026.

Ciò implica una revisione al rialzo nel 2024, rispetto alle precedenti proiezioni della CBM, mentre per il 2025 e il 2026 le prospettive sono invariate. La revisione al rialzo è dovuta principalmente alle revisioni positive dei consumi privati e delle esportazioni nette nell’ultima pubblicazione dei dati di contabilità nazionale.

Mentre nel 2023 la crescita dovrebbe essere stata trainata principalmente dalle esportazioni nette, nel 2024 la domanda interna dovrebbe essere il principale motore della crescita.

La crescita dei consumi privati continua a ritmo sostenuto e gli investimenti privati dovrebbero riprendersi lentamente, ha dichiarato la CBM. Anche le esportazioni nette dovrebbero contribuire positivamente, soprattutto grazie alle esportazioni di servizi. Anche la crescita nel 2025 e 2026 dovrebbe essere trainata dalla domanda interna.

La crescita dell’occupazione è destinata a moderarsi nell’orizzonte di proiezione, mentre i salari dovrebbero aumentare nel 2024, a causa dell’inflazione elevata e del mercato del lavoro rigido.

L’inflazione annua basata sull’indice armonizzato dei prezzi al consumo dovrebbe scendere dal 5,6% nel 2023 al 2,9% nel 2024, prima di raggiungere l’1,9% nel 2026.

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Si prevede quindi che quest’anno rimanga al di sopra dell’obiettivo di stabilità dei prezzi dell’Eurosistema a causa dei persistenti effetti indiretti dovuti alla risposta dei salari ai recenti aumenti dei costi dei fattori produttivi e dei margini di profitto. Tuttavia, rispetto alle precedenti proiezioni, l’inflazione è stata rivista al ribasso di 0,1 punti percentuali per tutto il periodo di previsione.

Il rapporto deficit pubblico/PIL è destinato a diminuire per tutto l’orizzonte di previsione. Il rapporto debito pubblico/PIL è destinato ad aumentare e a raggiungere il 54,3% nel 2026. Rispetto al precedente ciclo di proiezioni, i rapporti deficit/PIL e debito pubblico previsti sono stati entrambi rivisti al ribasso.

Nel complesso, i rischi per l’attività economica sono inclinati al ribasso nel 2024, poiché le tensioni geopolitiche in corso potrebbero pesare sul commercio, secondo la Banca Centrale. In particolare, le interruzioni del trasporto marittimo intorno al Canale di Suez potrebbero causare strozzature nelle forniture o tempi di attesa più lunghi, oltre a un possibile aumento dei costi. I rischi sono più equilibrati negli anni successivi.

Rischi per l’inflazione

Anche i rischi per l’inflazione sono equilibrati. I rischi al rialzo riguardano principalmente le tensioni geopolitiche in corso, in particolare le interruzioni del commercio nel Mar Rosso, nonché il potenziale impatto delle misure Fit-for-55 e degli eventi meteorologici estremi.

D’altro canto, i rischi al ribasso sono legati a un maggiore effetto di trascinamento della stretta monetaria sulle condizioni economiche reali e finanziarie nazionali, nonché all’impatto della misura governativa di contenimento dei prezzi di alcuni prodotti alimentari nel breve termine.

Sul fronte fiscale, i rischi sono inclinati al ribasso a partire dal 2024. Essi riflettono principalmente la possibilità di un esborso superiore al previsto per le misure di sostegno all’energia, nel caso in cui i prezzi delle materie prime siano più alti del previsto.

Riflettono anche la probabilità di una spesa aggiuntiva per le pensioni e i salari del settore pubblico. Questi rischi sono in parte compensati dalla probabilità di una ripresa del ritmo di consolidamento fiscale negli ultimi anni dell’orizzonte di previsione.

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