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La revisione negativa del PIL accresce i timori di recessione in Germania

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I dati pubblicati venerdì hanno mostrato che l’economia tedesca si è contratta più di quanto si pensasse negli ultimi tre mesi del 2022, aumentando i timori che la potenza industriale europea possa andare incontro a una recessione.

L’agenzia federale di statistica Destatis ha dichiarato che il prodotto interno lordo si è ridotto dello 0,4% tra ottobre e dicembre, rivedendo al ribasso la stima iniziale dello 0,2%.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha innescato un forte aumento dei prezzi dell’energia in Europa, poiché Mosca ha ridotto le importanti forniture di gas al continente.

Il conseguente aumento dell’inflazione, che in Germania ha raggiunto un massimo pluridecennale, ha trascinato l’economia, secondo Destatis.

L’aumento dei prezzi ha rallentato la spesa dei consumatori e gli investimenti delle imprese, secondo l’ente statistico.

La revisione negativa dei dati sulla crescita dimostra che “la recessione è in atto”, ha dichiarato Carsten Brzeski, responsabile macro della banca ING.

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Una “recessione in atto”– Carsten Brzeski, responsabile macro della banca ING

Secondo Brzeski, l’economia tedesca ha mostrato “più resistenza di quanto si temesse”, grazie al sostegno del governo e al clima invernale clemente che ha attenuato la crisi energetica.

Ma “non c’è alcuna garanzia di un forte rimbalzo a breve”, con segnali che indicano un altro trimestre di crescita negativa nel primo trimestre del 2023 e quindi una recessione, ha affermato.

I timori che la Germania venga trascinata in una profonda recessione sono stati invece in qualche modo fugati.

I funzionari di Berlino prevedono attualmente una crescita economica dello 0,2% nel 2023, dopo aver anticipato un calo.

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