Connect with us

Business

Fitch declassa l’economia USA ad AA da AAA, scuote i mercati globali e crescono le preoccupazioni sull’Europa

Published

on

Il Dow è sceso di oltre 300 punti nelle contrattazioni in seguito alla notizia che Fitch ha declassato l’economia degli Stati Uniti ad AA da AAA nella tarda serata di martedì, spaventando gli investitori e i mercati. Foto: Spencer Platt/Getty Images/AFP

L’agenzia di rating Fitch ha abbassato il rating del credito degli Stati Uniti a causa delle preoccupazioni fiscali, del deterioramento della governance degli Stati Uniti e della polarizzazione politica riflessa in parte dall’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Martedì Fitch ha annunciato di aver tagliato il rating del debito degli Stati Uniti di una tacca, dall’ambita AAA ad AA, in parte a causa del modo in cui il governo federale ha gestito la crisi del debito due mesi fa.

La mossa rispecchia un analogo declassamento da parte dell’agenzia di rating S&P nel 2011, sempre in risposta allo stallo del tetto del debito al Congresso. Il rating del credito è un parametro che gli investitori utilizzano per valutare il rischio di prestare denaro a un governo. Gli investitori considerano gli Stati Uniti un investimento altamente sicuro grazie alle dimensioni e alla relativa stabilità dell’economia. Nel frattempo, martedì in Europa i risultati finali di un’indagine hanno mostrato che l’attività del settore manifatturiero dell’eurozona è peggiorata a luglio, con cali più marcati della produzione, dei nuovi ordini e degli acquisti, riaccendendo i timori che l’economia della regione si stia dirigendo verso una recessione. L’indice dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero, o PMI, di S&P Global per il blocco valutario è sceso per il sesto mese consecutivo a luglio, raggiungendo il valore di 42,7, rispetto al 43,4 di giugno.

Si tratta del 13° mese consecutivo in cui l’indice PMI, molto seguito, è sceso al di sotto della soglia di 50 che separa la contrazione dall’espansione del settore. La crescita nella regione è stata influenzata negativamente dall’aggressivo inasprimento della politica monetaria attuato dalla Banca Centrale Europea per riportare l’inflazione sotto controllo.

Infine, nel Regno Unito, il dolore per l’aumento dei tassi di interesse ha continuato a frenare la domanda di immobili, dato che i prezzi delle case sono scesi del massimo dal 2009 nei 12 mesi fino a luglio; l’istituto di credito ipotecario Nationwide ha dichiarato martedì che i prezzi sono scesi del 3,8% a luglio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Si tratta del calo più marcato dal luglio 2009, quando l’economia mondiale aveva quasi subito una crisi a causa della crisi finanziaria globale. A giugno il calo su base annua era stato del 3,5%. Il prezzo di un’abitazione tipo è ora pari a 260.828 sterline, ovvero il 4,5% in meno rispetto al picco raggiunto lo scorso agosto.

Advertisement

Gli aumenti dei tassi d’interesse della Banca d’Inghilterra stanno avendo un impatto sui costi dei mutui, con gli acquirenti che ora devono affrontare tassi superiori al 6% in alcuni casi, che si traducono in centinaia di sterline di costi aggiuntivi per i mutuatari.