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Fallimenti aziendali nell’UE alle stelle: l’Europa verso una crisi senza precedenti?

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Il secondo trimestre del 2024 ha segnato un preoccupante calo delle registrazioni di nuove imprese nell’Unione Europea, con un decremento del 2,1% rispetto al primo trimestre dello stesso anno. Sebbene i livelli restino superiori a quelli registrati tra il 2018 e il 2023, il segnale d’allarme è forte: le nuove iniziative imprenditoriali stanno rallentando.

Ma ciò che preoccupa maggiormente è l’impennata delle dichiarazioni di fallimento. Con un aumento del 3,1% rispetto al trimestre precedente, i fallimenti hanno raggiunto il livello più alto dal 2018. Tuttavia, ci sono stati anche segni di speranza, con alcune nazioni che hanno registrato diminuzioni significative nei fallimenti, come la Lettonia (-21,4%), la Svezia (-14,7%) e il Lussemburgo (-8,2%). Questi dati contrastanti mostrano una situazione economica europea complessa e instabile.

Il trend economico: segnali di allarme in tutta Europa

Dal 2018, l’andamento delle nuove registrazioni di imprese è stato altalenante, senza un chiaro trend definito fino alla fine del 2019. La pandemia di COVID-19 ha poi causato una drastica riduzione delle nuove imprese nei primi due trimestri del 2020, seguita da una ripresa nel terzo trimestre dello stesso anno. Tuttavia, l’attuale decremento delle registrazioni nel secondo trimestre del 2024 segna il livello più basso dall’inizio del 2023.

Parallelamente, le dichiarazioni di fallimento hanno seguito una traiettoria incerta dal 2018 fino alla crisi pandemica, con un calo significativo nei primi mesi del 2020 grazie alle misure di sostegno governative. Tuttavia, dal 2022, i fallimenti sono in costante aumento, raggiungendo nuovi picchi consecutivi nel quarto trimestre del 2023 e poi ancora nei primi due trimestri del 2024. Nonostante ciò, in alcuni Paesi come la Lettonia, la Svezia e il Lussemburgo, si sono registrate diminuzioni nelle bancarotte, offrendo un barlume di speranza in un quadro generale preoccupante.

Disparità tra gli Stati membri

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Analizzando i dati su base nazionale, si nota come alcuni Paesi siano stati particolarmente colpiti. Tra i Paesi che hanno registrato i maggiori incrementi di nuove imprese nel secondo trimestre del 2024 spiccano Portogallo (+7,6%), Lettonia (+5,6%) e Romania (+2,2%). Al contrario, l’Italia (-6,8%), la Polonia (-6,5%) e il Belgio (-6,1%) hanno subito le maggiori diminuzioni. Per quanto riguarda i fallimenti, la Grecia ha registrato un allarmante +133,4%, seguita da Lituania (+16,7%) e Slovacchia (+7,6%), mentre Lettonia, Svezia e Lussemburgo hanno visto una riduzione significativa nelle dichiarazioni di bancarotta così come anche l’Italia.

Questi dati confermano una realtà economica frammentata in Europa, con alcune nazioni che faticano a riprendersi mentre altre mostrano segnali di maggiore resilienza. Tuttavia, l’aumento complessivo dei fallimenti su scala europea suggerisce un crescente rischio di instabilità economica per l’intero continente.

Crollo nei settori chiave

Settori come il commercio e le costruzioni hanno visto un significativo calo nelle nuove registrazioni di imprese nel secondo trimestre del 2024, mantenendosi comunque sopra i livelli pre-pandemia. Tuttavia, il numero di fallimenti è in aumento in quattro dei principali settori economici, con le costruzioni e le attività finanziarie in cima alla lista delle perdite. Anche settori come l’informazione e la comunicazione, pur registrando una diminuzione nei fallimenti, rimangono su livelli preoccupantemente elevati.

Le cifre pubblicate da Eurostat lasciano pochi dubbi: l’Europa si trova davanti a un periodo di incertezza economica, con un quadro che richiede interventi urgenti per prevenire una crisi ancora più profonda.

Fonte dati: Eurostat
Crediti foto: Eurostat
https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-eurostat-news/w/ddn-20240816-2

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