Rispondere alla domanda su cosa rende un leader efficace è una grande sfida. È una sfida perché è stato scritto e studiato molto sulla leadership. È anche una sfida capire cosa intendiamo per leader, in quale contesto e ambiente, e come si misura l’efficacia della leadership.
Attingerò dalla ricerca, dalle discussioni, dalle opinioni e dall’esperienza su ciò che rende un leader efficace. Nel farlo, vorrei che rifletteste sulle vostre esperienze. Anche se mi concentrerò sulla leadership organizzativa, pensate a qualsiasi persona che ritenete sia, o sia stata, un leader efficace. Riflettete sul loro background, sulle loro qualità, abilità e stili: vi renderete subito conto che non esistono due leader uguali.
Leader nati o creati?
Un dibattito che circonda il concetto di leadership è se i leader nascono o si formano. Spesso si parla di leader nati. Come suggerisce la parola, un leader conferisce a un individuo la capacità di guidare gli altri. Una leadership forte ed efficace è un processo di apprendimento che richiede una serie di abilità per ottenere il meglio dalle persone. Essere un leader efficace si acquisisce con il duro lavoro, l’esperienza, la determinazione e la passione.
La leadership richiede abilità interconnesse, come la negoziazione, il compromesso, la comunicazione e la risoluzione dei problemi. Lo sviluppo di queste capacità può avvenire già durante l’infanzia, quando si scopre come giocare insieme e cosa si vuole dai propri coetanei. I bambini usano tentativi ed errori per sviluppare quelle che poi sono le capacità di leadership. Imparano a sfruttare il proprio potere come leader, a correre rischi e a imparare dai fallimenti.
Caratteristiche della leadership
Nel suo libro The 8th Habit: From Effectiveness to Greatness, Stephen Covey parla dei leader del futuro. I leader del futuro ispirano gli altri, devono trovare la propria voce e ispirare gli altri a trovare la loro. Covey parla del passaggio dall’efficacia alla grandezza, che richiede quattro caratteristiche di leadership: visione, passione, disciplina e coscienza.
Un leader ha bisogno di una visione e di una strategia che stabilisca una direzione per i dipendenti. Un leader deve dare l’esempio eseguendo le idee in modo disciplinato. I leader devono essere appassionati di ciò che fanno, in modo che attraverso il loro entusiasmo si instauri una cultura organizzativa condivisa. Infine, i leader devono gestire e mantenere le strutture all’interno della loro organizzazione. I leader si trovano in una posizione privilegiata per raggiungere questo obiettivo: infondendo fiducia, comunicando in modo efficace e cedendo un po’ di controllo, beneficiano dell’intera organizzazione.
Le persone prima di tutto
Di recente mi sono imbattuto in un podcast tenuto dal guru del business Tom Peters, uno scrittore di grande spessore che si occupa di gestione aziendale da oltre sessant’anni. A Peters è stato chiesto cosa rende un leader efficace. La sua risposta è molto chiara: mettere le persone al primo posto, essere centrati sulle persone, prendersi cura delle persone, le aziende dovrebbero essere “persone al servizio delle persone; i leader sono al servizio dei loro dipendenti in prima linea che a loro volta servono i clienti”.
Peters parla di leader, in qualsiasi tipo o dimensione di organizzazione, che vengano ricordati per ciò che hanno fatto per prendersi cura e sostenere le loro persone e le loro comunità. Condivide le sue intuizioni sulla presenza di un maggior numero di donne come leader e sugli effetti che questo ha sul miglioramento delle vendite, della leadership e delle negoziazioni. Parla dell’importanza di cercare sempre di innovare e sviluppare un modo nuovo o migliore di fare qualcosa, anche su piccola scala.
La professoressa Linda A. Hill, della Harvard Business School, spiega che la leadership è diventata più difficile, le aspettative degli stakeholder sono aumentate, l’esecuzione è diventata più complessa, la trasformazione digitale imperativa e l’innovazione sempre più critica per un successo duraturo. Oggi, la leadership non consiste solo nel definire la direzione, la visione e far sì che le persone vi seguano verso il futuro, ma nel far sì che le persone co-creino quella visione e quel futuro, essendo in grado di innovare con scala e velocità. L’autrice parla di grandi leader come architetti, pontieri e catalizzatori.
Un architetto che facilita la co-creazione e costruisce la cultura e le capacità di un’azienda affinché gli individui collaborino, innovino e liberino i diversi talenti e le differenze delle persone per sperimentare e imparare insieme. Un bridger che crea partnership tra diversi stakeholder sia all’interno che all’esterno della propria organizzazione per acquisire i giusti talenti e strumenti. Un catalizzatore che accende e sostiene l’energia e la passione necessarie per portare avanti l’innovazione. Nessun leader è un’isola, deve collaborare con altre persone, organizzazioni e con le loro diverse capacità.
Nei film di Spider-Man, Ben Parker dice a suo nipote Peter, mentre sta per morire, che “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Simon Sinek, nel suo libro “Leaders Eat Last”, afferma che i grandi leader sacrificano il proprio benessere, persino la propria sopravvivenza, per il bene di coloro a cui sono affidati. Condivide un messaggio chiave sulla leadership efficace: dare priorità al benessere dei membri del team, creare un senso di scopo e di appartenenza e praticare una leadership di servizio. Quando le persone si sentono sicure, lavorano instancabilmente per realizzare le visioni dei loro leader e si definiscono orgogliosamente loro seguaci. È seguendo questi principi che i nuovi leader possono diventare efficaci e rispettati!
Avete pensato a una persona che ritenete sia, o sia stata, un leader efficace?
Peter Gatt è Senior Employer Branding Manager di APS Bank plc e membro del Consiglio di amministrazione della FHRD.