Malta è tra i quattro Paesi che chiedono all’UE il divieto di viaggiare e il congelamento dei beni dei “coloni [israeliani] violenti” in Cisgiordania.
Il primo ministro Robert Abela e i leader di Belgio, Irlanda e Spagna hanno firmato una lettera al presidente del Consiglio europeo Charles Michel per chiedere le sanzioni.
“Dobbiamo evitare un’escalation in Cisgiordania, per cui proponiamo di imporre divieti di viaggio mirati e il congelamento dei beni ai coloni violenti che stanno attaccando e sfollando i coloni palestinesi”, si legge nella lettera.
Sottolineando il “numero di morti, il livello di distruzione e la terribile situazione umanitaria” a Gaza, la lettera afferma che è necessario che l’UE prenda una posizione “chiara e ferma”.
Pagina uno della lettera co-firmata da Malta, Belgio, Irlanda e Spagna.
Pur ribadendo la condanna di Hamas e il diritto di Israele a difendersi “in linea con il diritto internazionale”, i quattro Paesi hanno affermato che l’UE ha “raggiunto un momento… in cui deve andare oltre su tre questioni”.
Oltre ai divieti di viaggio e al congelamento dei beni, il gruppo ha chiesto un “cessate il fuoco umanitario duraturo” per porre fine alle ostilità, che il lavoro delle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite possa svolgersi senza ostacoli e che le infrastrutture nella Striscia vengano ripristinate.
Hanno affermato che ciò dovrebbe includere la riapertura del valico di Karem Shalom, che si trova a cavallo dei confini tra Gaza ed Egitto e tra Gaza e Israele, per consentire l’ingresso di cibo, acqua, medicine e carburante nell’enclave palestinese colpita dal conflitto.
Definendo “insopportabile” il numero di vittime a Gaza, la lettera sottolinea l’”urgente necessità” di un processo politico per attuare una soluzione a due Stati.
“Non possiamo tornare allo status quo precedente al 7 ottobre, con Hamas che controlla Gaza e l’Autorità Palestinese minata dalla mancanza di una seria prospettiva politica. Fornirle una prospettiva di questo tipo… è il modo migliore per riformare l’Autorità Palestinese affinché riprenda il controllo effettivo di Gaza”.
I quattro Paesi hanno descritto tale mossa come vitale anche per la sicurezza di Israele e hanno insistito sulla convocazione di una conferenza di pace internazionale il prima possibile, cosa che, secondo loro, è stata approvata dalla Lega Araba e dall’Organizzazione della Cooperazione Islamica.
una prospettiva seria e credibile per il riconoscimento dello Stato palestinese, accanto allo Stato di Israele, è la base necessaria per avanzare verso il riconoscimento reciproco, la pace e la sicurezza nella regione”.
“Queste sono ore buie per milioni di persone in Palestina e in Israele. In tutta Europa sono ricomparsi episodi di antisemitismo che non possono essere tollerati. È ora che l’Unione europea agisca. È in gioco la nostra credibilità”.
Israele ha dichiarato guerra ad Hamas dopo che il gruppo militante ha ucciso 1.200 persone e preso 240 ostaggi, secondo i dati israeliani, in un attacco senza precedenti il 7 ottobre.
L’offensiva israeliana ha ucciso almeno 17.700 persone a Gaza, molte delle quali donne e bambini, secondo il ministero della Sanità gestito da Hamas.