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Economia

Sciopero totale: la Grecia si ferma contro il carovita

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La Grecia si ferma! Le strade di Atene e di altre città sono state invase da migliaia di manifestanti in una giornata di protesta che ha paralizzato l’intero Paese. Oggi, 20 novembre 2024, uno sciopero generale di 24 ore ha visto bloccare servizi pubblici, trasporti e traghetti, con migliaia di persone che hanno urlato il loro dissenso contro il carovita. Una protesta senza precedenti, che ha riunito lavoratori, studenti e cittadini esasperati da una crisi che sembra senza fine.

Secondo le stime della polizia, sono state 15.000 le persone che hanno marciato nella capitale, mentre a Salonicco, seconda città della Grecia, altri 4.000 cittadini si sono uniti alla protesta. La Confederazione Generale dei Lavoratori Greci (GSEE) ha definito lo sciopero una “risposta alla sordità del governo verso le necessità dei lavoratori”, accusando le istituzioni di ignorare le difficoltà della popolazione. “Il governo deve comprendere che il benessere della società dipende da quello dei lavoratori”  ha aggiunto il sindacato in un comunicato carico di tensione.

A dare ulteriore peso alla protesta è stata Esther Lynch, segretaria generale della Confederazione Europea dei Sindacati (ETUC), che ha espresso il suo pieno sostegno dichiarando: “Servono azioni urgenti contro il caro vita, gli affitti insostenibili e i salari stagnanti.”  La leader sindacale, presente ad Atene per supportare la mobilitazione, ha evidenziato come la situazione attuale sia insostenibile per una larga fetta della popolazione greca, già provata da anni di austerità.

Il malcontento non si ferma solo ai lavoratori del settore pubblico. Oggi, traghetti verso le isole dell’Egeo e dello Ionio sono rimasti ancorati nei porti, mentre scuole, tribunali e ospedali hanno aderito in massa alla protesta. Anche il trasporto pubblico ha subito forti disagi, con bus, metropolitane e treni fermi per tutta la giornata. Il malessere diffuso tocca soprattutto la capitale, Atene, dove il costo degli affitti ha raggiunto livelli insostenibili, mentre l’inflazione, secondo l’ente di statistica Elstat, si attesta al 2,4% su base annua.

Il clima di tensione si era già fatto sentire martedì, quando i giornalisti greci avevano incrociato le braccia per 24 ore, chiedendo nuovi contratti collettivi. “L’ultimo accordo risale al 2008, prima della crisi finanziaria che ha devastato il Paese”  hanno denunciato i sindacati di categoria.

Questo sciopero si inserisce in un quadro più ampio di conflitto sociale. Il governo conservatore guidato da Kyriakos Mitsotakis, rieletto nel 2023, è stato più volte accusato di adottare politiche insufficienti per fronteggiare le difficoltà economiche. Sebbene Mitsotakis abbia recentemente annunciato un aumento del salario minimo – attualmente fissato a 830 euro – e delle pensioni a partire da gennaio 2025, molti ritengono che queste misure non siano sufficienti a risolvere la crisi.

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In una Grecia sempre più divisa tra un’élite privilegiata e una popolazione esasperata, i sindacati promettono che le proteste non si fermeranno finché non verranno adottate soluzioni reali per garantire dignità e giustizia sociale.

Foto: AFP

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