Sangue sulle strade, edifici ridotti in macerie e ponti crollati: è questo lo scenario apocalittico che ha travolto Port Vila, la capitale di Vanuatu, dopo un violentissimo terremoto che ha scosso l’intera isola del Pacifico. “Abbiamo visto corpi senza vita mentre camminavamo in città”
racconta con voce spezzata Michael Thompson, testimone oculare della tragedia.
Thompson, che ha condiviso sui social le immagini scioccanti della devastazione, descrive una scena da incubo: il piano terra di un edificio che ospitava le ambasciate statunitense e francese è stato completamente schiacciato, sbriciolato sotto il peso dei piani superiori. “Quel piano non esiste più. È solo un cumulo piatto di macerie, mentre i tre piani superiori sono crollati su sé stessi, ma restano lì, sospesi come un monito.”
Secondo Thompson, quell’area ospitava uffici affittati dall’ambasciata americana, anche se la notizia non è ancora stata confermata ufficialmente. Ma l’uomo lancia un’ipotesi agghiacciante: “Se c’era qualcuno lì dentro in quel momento, non ha avuto scampo.”
La furia del sisma ha spazzato via ponti, causando smottamenti e lasciando bus sommersi dalle frane. “C’è un autobus coperto da una frana… è ovvio che ci siano delle vittime lì dentro.” La rete mobile è completamente fuori uso, rendendo i soccorsi ancora più difficili. “Qui stanno facendo il possibile, ma servono medici, operatori di soccorso esperti, gente che sappia come agire in una catastrofe simile.”
Ora la piccola nazione insulare si trova sola di fronte a una tragedia senza precedenti, con il mondo che guarda in attesa di inviare aiuti e risorse essenziali. Ogni minuto conta, mentre soccorritori e volontari scavano tra le macerie alla disperata ricerca di sopravvissuti.
Foto: AFP