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Economia

Gli Stati dell’UE e il Parlamento cercano di siglare un accordo sulle norme che disciplinano la spesa pubblica

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Dopo molte discussioni tra Berlino e Parigi, i 27 Stati membri hanno trovato un accordo a dicembre e poi hanno iniziato i colloqui con i negoziatori del Parlamento Europeo. Foto: AFP

Oggi, gli Stati dell’UE e i legislatori terranno i colloqui finali per cercare di trovare un accordo sulle riforme di bilancio volte a stimolare gli investimenti e a tenere sotto controllo la spesa pubblica.

L’Unione Europea ha compiuto due anni di intensi sforzi per sviluppare riforme sostenute dagli Stati membri più parsimoniosi, come la Germania, e da altri Paesi, come Francia e Italia, che cercano maggiore flessibilità.

Dopo molte discussioni tra Berlino e Parigi, i 27 Stati membri hanno trovato un accordo a dicembre e poi hanno iniziato i colloqui con i negoziatori del Parlamento Europeo.

Le riforme saranno adottate formalmente dopo l’accordo tra i legislatori e gli Stati.

Le regole attuali sono note come Patto di Stabilità e Crescita e limitano il debito dei Paesi al 60% del prodotto interno lordo e il deficit pubblico al 3%.

Tuttavia, sono state sospese dopo la pandemia di coronavirus per dare agli Stati membri un margine di manovra per spendere di più in un periodo di grandi sconvolgimenti economici.

Durante i dibattiti iniziali tra i Paesi, la battaglia è stata feroce su quanto i vecchi limiti dovessero essere allentati per dare più spazio agli investimenti.

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Con la guerra che imperversa in Europa e l’UE che sta compiendo una transizione verde, gli Stati guidati dalla Francia hanno sostenuto la necessità di concedere più spazio per finanziare questi settori chiave, tra cui, ad esempio, la fornitura di armi critiche all’Ucraina.

Ehi, spendaccione

Il testo propone regole fiscali meno rigide e più adatte alla situazione specifica di ogni Stato, consentendo ai grandi spendaccioni un percorso più lento per tornare alla frugalità.

L’approccio su misura prevede che ogni Paese presenti la propria traiettoria di aggiustamento per un periodo di almeno quattro anni, al fine di garantire la sostenibilità del debito.

Per coloro che intraprendono riforme e maggiori investimenti, questo periodo di aggiustamento può essere esteso a sette anni, consentendo così un ritorno meno doloroso alla salute fiscale.

I negoziati tra il Parlamento e gli Stati membri sono altrettanto intensi, con due giorni di incontri già questa settimana.

Un diplomatico dell’UE ha dichiarato che i colloqui “procedono in modo positivo e costruttivo”.

Nonostante la comprensione comune della necessità di raggiungere un accordo, i dibattiti continuano.

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Un altro diplomatico dell’UE ha detto che il Parlamento sta spingendo per avere più spazio per gli investimenti, ma ha aggiunto che questo “non funzionerà” con i Paesi dell’UE.

“Diversi Stati membri ritengono che il nuovo sistema nel suo complesso offra già molto più spazio per gli investimenti rispetto alle vecchie regole, quindi l’aggiunta di una flessibilità ancora maggiore minerebbe il fragile equilibrio del testo”, ha dichiarato all’AFP.

“Sarà una battaglia a colpi di chiodi”, ha aggiunto il diplomatico.