La Germania è sull’orlo di un terremoto politico. A poche ore dalle elezioni generali, i conservatori della CDU-CSU si preparano a una vittoria che potrebbe ribaltare la scena politica del Paese. Ma l’elemento più sconvolgente è l’avanzata inarrestabile dell’AfD, il partito di estrema destra che, sfruttando il malcontento per la crisi economica e l’immigrazione, è ormai la seconda forza politica della Germania.
In un’Europa sempre più instabile, il voto di domenica arriva in un momento critico. Gli Stati Uniti, con Donald Trump alla guida, hanno infranto l’unità occidentale sulla guerra in Ucraina, avvicinandosi alla Russia e minacciando una guerra commerciale che potrebbe mettere ulteriormente in ginocchio l’economia tedesca, già in contrazione da due anni.
“Domani vinceremo le elezioni e il nostro incubo con questo governo sarà finalmente finito!”
ha esclamato Friedrich Merz davanti a una folla esultante a Monaco, convinto della vittoria. Il leader conservatore promette di far tornare la Germania protagonista in Europa, mentre il Paese è dilaniato da tensioni sociali e attacchi violenti.
L’ultimo episodio di terrore è avvenuto venerdì scorso a Berlino, dove un giovane spagnolo è stato accoltellato al Memoriale dell’Olocausto da un sospetto siriano con presunti moventi antisemiti. Questo ennesimo attacco ha infiammato ulteriormente il dibattito su sicurezza e immigrazione, due temi che hanno favorito la crescita dell’AfD, il partito che sta riscrivendo la politica tedesca.
L’AfD vola nei sondaggi e ora sfiora il 20%. Un successo che si deve anche al sostegno di figure di rilievo come Elon Musk e il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance. Il partito cavalca la rabbia popolare dopo una serie di atti di violenza attribuiti a migranti, come il drammatico attentato di dieci giorni fa a Monaco, quando un afghano ha travolto con l’auto una manifestazione, uccidendo una bambina di due anni e sua madre, ferendo decine di persone.
“Fermare l’avanzata dell’AfD è il compito centrale di queste elezioni” ha dichiarato Olaf Scholz durante un comizio a Potsdam. Il cancelliere uscente, in caduta libera nei sondaggi con il suo SPD fermo al 15%, ha tentato di riaccendere la speranza nei suoi sostenitori, ribadendo l’importanza del sostegno all’Ucraina e della difesa europea: “Non abbiamo lasciato sola l’Ucraina e non dovremo farlo nemmeno in futuro. Dobbiamo rendere l’Europa così forte da poter scoraggiare qualsiasi guerra.”
Ma il vento del cambiamento soffia dalla parte dei conservatori. Friedrich Merz si mostra sicuro di sé e proclama la fine dell’era della sinistra in Germania: “Non esiste più una maggioranza di sinistra e non ci sarà più una politica di sinistra nel nostro Paese.”
Poi annuncia le sue priorità: ridurre la burocrazia, tagliare i sussidi e chiudere le porte a nuovi immigrati.
Eppure, anche se vincerà le elezioni, Merz dovrà affrontare un’altra sfida: la formazione del governo. La CDU-CSU avrà bisogno di alleati, e i numeri indicano che dovrà stringere un’alleanza con i Socialdemocratici o con i Verdi. Un’operazione che si preannuncia tutt’altro che semplice.
“Formare una coalizione sarà estremamente difficile” avverte Jacob Ross, ricercatore del German Council on Foreign Relations. “Ma la Germania ha bisogno di un governo forte e stabile, il prima possibile.”
Nel frattempo, l’Europa osserva con il fiato sospeso: il risultato di queste elezioni potrebbe cambiare il destino del continente, in un’epoca di nuove minacce e alleanze incerte.
Foto: Alexandra Beier / AFP.