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Far spendere soldi: come le città si accaniscono contro i SUV

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Foto: Shutterstock

Due decenni dopo l’inizio delle misure di Londra per limitare le auto sportive, domenica i parigini voteranno per decidere se spingere i veicoli a gasolio fuori dalla città triplicando le tariffe di parcheggio.

La proposta del sindaco socialista di Parigi, Anne Hidalgo, è la più radicale di una grande città nella lotta contro le auto di grossa cilindrata, accusate di aumentare le emissioni, di essere una minaccia per i pedoni e in generale di occupare troppo spazio.

Il numero di SUV in circolazione è aumentato di quasi sette volte dal 2010, arrivando a circa 330 milioni in tutto il mondo.

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, in un rapporto del 2023, consumano circa il 20% in più di carburante rispetto a una tipica auto di medie dimensioni ed emettono quasi un miliardo di tonnellate di anidride carbonica (CO2) nel 2022, circa il doppio delle emissioni totali del Brasile.

Londra guida l’attacco

Il contraccolpo contro i SUV e i pick-up mostruosi risale agli anni 2000, quando i ricchi dei sobborghi hanno iniziato a migrare in massa dalle berline ai bestioni da strada usati in precedenza per i terreni accidentati.

Soprannominati “trattori da borsa” in Norvegia o “veicoli d’assalto suburbani” in Gran Bretagna, questi autocarri sono diventati degli status symbol molto criticati.

Una svolta fondamentale nel tentativo di regolamentare le emissioni nelle grandi città si è avuta nel 2003, quando il sindaco di sinistra di Londra, Ken Livingstone, ha introdotto una tassa di congestione per i veicoli che entrano nel centro della città.

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Un anno dopo ha preso di mira specificamente i SUV, criticando coloro che li usavano per accompagnare i bambini a scuola come “completi idioti” e dicendo che i veicoli dovrebbero essere banditi dal percorso scolastico.

Tattiche di guerriglia

Ispirandosi a Londra, Parigi ha dapprima proposto una stretta sui veicoli più inquinanti.

Ma il progetto è stato accantonato nel 2005 dopo la feroce opposizione delle associazioni di automobilisti.

Nel 2007, le autorità di Dublino hanno ripreso la questione e hanno proposto di raddoppiare le tariffe di parcheggio per i SUV. Anche loro sono state costrette a fare marcia indietro dopo le proteste dell’opinione pubblica.

Gli eco-vigilanti di paesi come la Francia e la Svezia sono entrati nella mischia con campagne di sgonfiaggio di massa dei pneumatici dei SUV tra il 2005 e il 2007.

Negli ultimi anni sono diventati più radicali, con un gruppo britannico chiamato The Tyre Extinguishers che ha bucato i pneumatici di decine di SUV.

Tasse di parcheggio e immatricolazione punitive

Con il riscaldamento del pianeta che sta raggiungendo livelli critici e con i SUV accusati di essere responsabili dell’aumento dei decessi dei pedoni negli Stati Uniti, i legislatori sono tornati sul sentiero di guerra anti-SUV.

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L’anno scorso, Washington DC ha aumentato le tasse di immatricolazione per i SUV extra-large, imponendo ai proprietari di veicoli di peso superiore a 6.000 libbre (circa 2.700 chilogrammi) di pagare 500 dollari (460 euro) all’anno, quasi sette volte il costo di una tipica berlina.

Anche New York sta valutando un aumento delle tasse di immatricolazione basate sul peso.

In Germania, il sindaco verde della città meridionale di Tübingen, che mira a diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2030, ha aumentato le tariffe di parcheggio per i SUV del 600% nel 2022, dichiarandoli inutili per la vita in città.

Ma un’altra città tedesca, Friburgo, ha dovuto fare marcia indietro sull’aumento delle tariffe di parcheggio per i veicoli più lunghi dopo che la Corte Amministrativa Federale l’ha respinta.

Nel frattempo, Londra è stata trasformata in una “zona a bassissime emissioni”: le auto che non rispettano gli obiettivi di emissione pagheranno 12,50 sterline (16 dollari) al giorno per entrare nella capitale.

Anche a Londra e in altri comuni, tra cui Bath e North East Somerset, sono state introdotte tariffe di parcheggio basate sulle emissioni.

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