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Malta

Come l’UE vuole rimodellare le leggi sui richiedenti asilo

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Un’operazione di salvataggio a sud di Lampedusa in agosto. 57 migranti sono stati tratti in salvo, ma una donna e un bambino sono stati trovati morti. Foto della Guardia costiera italiana.

Il Parlamento europeo vota mercoledì una riforma epocale delle leggi dell’UE sui richiedenti asilo e i migranti irregolari.

Ecco i principali cambiamenti che, se adottati, entreranno in vigore dal 2026:

– Filtro alle frontiere –

Il nuovo Patto europeo su asilo e migrazione prevede che i migranti che entrano irregolarmente nell’UE siano sottoposti a controlli di identità, salute e sicurezza e a letture biometriche del viso e delle impronte digitali, che possono richiedere fino a sette giorni.

I bambini riceveranno un trattamento speciale e i Paesi membri dovranno disporre di meccanismi di monitoraggio indipendenti per garantire il rispetto dei diritti.

La procedura mira a determinare quali migranti debbano ricevere un processo di richiesta d’asilo accelerato o normale, e quali debbano essere rimandati nel loro Paese d’origine o di transito.

– Esame semplificato –

I richiedenti asilo con minori possibilità di ottenere lo status di protezione – definiti come provenienti da Paesi le cui domande di asilo dei cittadini vengono respinte in media in almeno l’80% dei casi – saranno trattati più rapidamente.

I cittadini di Paesi come Tunisia, Marocco e Bangladesh rientrano in questa categoria.

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Le loro domande, semplificate, verrebbero esaminate in centri non lontani dalle “frontiere esterne” dell’UE – intendendo per lo più le frontiere terrestri e i porti, ma anche gli aeroporti – in modo che possano essere rapidamente rimandati indietro se la loro richiesta viene giudicata infondata o inammissibile.

Ciò richiederebbe l’utilizzo di centri di detenzione, anche se è possibile ricorrere a misure alternative, come il confinamento in residenze.

Nei centri possono essere trattenute fino a 30.000 persone in qualsiasi momento, e l’UE si aspetta che ogni anno vi transitino fino a 120.000 migranti.

Vi saranno trattenuti anche i minori non accompagnati ritenuti a rischio per la sicurezza e le famiglie con bambini.

– Meccanismo di solidarietà –

Il nuovo sistema riformerebbe il cosiddetto meccanismo di Dublino III dell’UE, in base al quale, generalmente, il Paese in cui un migrante irregolare mette piede per la prima volta è responsabile della gestione del suo caso.

Attualmente ciò pone l’accento su Italia, Grecia e Malta, che hanno ricevuto la maggior parte degli arrivi via terra e via mare negli ultimi anni.

Secondo le nuove regole, il principio di Dublino III della responsabilità del primo Paese verrebbe mantenuto, ma con criteri aggiuntivi che potrebbero spostare la pratica del richiedente asilo in un altro Paese dell’UE.

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Inoltre, un meccanismo di solidarietà obbligatorio obbligherebbe gli Stati membri ad accogliere un certo numero di richiedenti asilo che arrivano nei Paesi dell’Europa periferica. Se non lo fanno, gli altri Paesi potrebbero invece fornire denaro o altri contributi materiali o di personale.

Almeno 30.000 richiedenti asilo all’anno rientreranno in questo sistema di ricollocazione. Una compensazione finanziaria annuale di 600 milioni di euro (650 milioni di dollari) verrebbe fissata per coloro che preferiscono pagare invece di ospitare.

– Risposta alle emergenze –

Il pacchetto stabilisce una risposta di emergenza in caso di picchi migratori imprevisti, lo stesso tipo di crisi che l’UE ha affrontato nel 2015-2016, quando più di due milioni di richiedenti asilo sono entrati nel blocco, molti dei quali provenienti dalla Siria e dall’Afghanistan devastati dalla guerra.

Le richieste di asilo si sono attestate a 1,14 milioni nel 2023, il livello più alto dal 2016.

L’accordo consentirebbe agli Stati membri di ridurre le tutele per i richiedenti asilo, rendendo possibile trattenerli più a lungo di quanto normalmente consentito nei centri di detenzione alle frontiere esterne dell’UE.

I membri dell’UE vogliono anche affrontare la “strumentalizzazione” dei flussi migratori da parte di Paesi esterni. La Bielorussia e la Russia, ad esempio, sono state accusate di incoraggiare i migranti a cercare di entrare nell’UE per destabilizzare il blocco.

– Paese terzo sicuro –

Il concetto di “Paese terzo sicuro” sarà ammesso al momento del controllo dei richiedenti asilo.

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Ciò potrebbe significare che un migrante irregolare giunto nell’UE attraverso un Paese ritenuto “sicuro” al punto da presentare una richiesta di protezione in quel Paese potrebbe vedersi respingere la domanda di asilo. Ma perché ciò possa essere invocato, deve essere stabilito un “legame” sufficiente tra il richiedente asilo e il Paese di transito.