La Brexit torna al centro della scena, ma questa volta è l’Unione Europea a giocare d’attacco. Lunedì, la Commissione Europea ha deciso di portare la Gran Bretagna davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, accusandola di aver violato le regole sulla libera circolazione dei cittadini UE e dei loro familiari. Una mossa che punta il dito contro Londra per non aver rispettato pienamente gli accordi presi al momento del divorzio con l’UE.
Secondo Bruxelles, la Gran Bretagna ha lasciato irrisolti problemi cruciali nell’applicazione dei trattati entro la fine del 2020. La Commissione ha dichiarato: “La Commissione Europea ha deciso di deferire il Regno Unito alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea… per mancato rispetto della normativa UE sulla libera circolazione dei cittadini e dei loro familiari alla fine del 2020.”
Un’accusa pesante, che arriva in un momento di apparente disgelo tra le due sponde della Manica.
Infatti, il nuovo governo laburista guidato da Keir Starmer ha cercato di riparare le relazioni con Bruxelles, compromesse dai governi conservatori precedenti. A ottobre, Starmer ha incontrato Ursula von der Leyen a Bruxelles, mentre a novembre il Ministro delle Finanze Rachel Reeves è diventata la prima cancelliera britannica post-Brexit a partecipare a un incontro con i colleghi dell’Eurozona.
Ma l’UE non ha dimenticato i problemi del passato. Già nel maggio 2020, Bruxelles aveva inviato una lettera di notifica formale a Londra, lamentando una legislazione britannica che restringeva i beneficiari delle leggi UE sulla libera circolazione. Dopo mesi di confronti, molti aspetti delle contestazioni sono rimasti irrisolti. La Commissione ha sottolineato che “diverse questioni rimangono irrisolte, tra cui i diritti dei lavoratori e i diritti dei familiari allargati”
, un quadro che ha reso inevitabile il ricorso legale.
Nonostante la Brexit sia ufficialmente entrata in vigore il 31 gennaio 2020, l’accordo di recesso prevedeva che i cittadini UE e i loro familiari residenti in Gran Bretagna prima della fine del 2020 mantenessero gli stessi diritti. Bruxelles, però, accusa Londra di non aver rispettato tali obblighi, mettendo in discussione diritti fondamentali che erano stati promessi al momento dell’uscita dall’Unione.
Un episodio che riaccende le tensioni tra Londra e Bruxelles, con la Corte di Giustizia chiamata ora a decidere su un caso che potrebbe ridefinire il panorama delle relazioni UE-Regno Unito.
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