Connect with us

Malta

Vulcani sottomarini e relitti di navi scoperti al largo della Sicilia

Published

on

Tre grandi vulcani sottomarini e un relitto di 100 metri sono stati scoperti al largo della costa sud-occidentale della Sicilia da un team di ricercatori che comprendeva anche scienziati dell’Università di Malta .

I vulcani sono larghi almeno sei chilometri e si estendono fino a 150 metri sopra il fondale marino. Condividono l’area con diversi vulcani più piccoli che hanno eruttato l’ultima volta nel 1831.

An image of one of the volcanoes discovered on the seabed. Photo: Aaron Micallef/X (Twitter).

Un’immagine di uno dei vulcani scoperti sul fondo marino. Foto: Aaron Micallef/X (Twitter).

La mappatura ad alta risoluzione ha anche rivelato un relitto di 100 metri di lunghezza per 17 di larghezza sul fondo dell’oceano a 110 metri di profondità.

Il relitto si trova a circa metà strada tra la Sicilia e Linosa, un’isola italiana a ovest di Malta.

La sua posizione è stata segnalata alle autorità italiane. Finora non sono stati forniti dettagli.

Le scoperte sono state effettuate durante una spedizione di tre settimane a bordo della nave da ricerca tedesca Meteor, che ha coinvolto scienziati di centri di ricerca oceanica in Germania, Italia e Stati Uniti e università di Malta, Regno Unito, Nuova Zelanda e Germania.

The team of scientists. Photo: Jacqueline Grech Licari/X (Twitter).

Il team di scienziati. Foto: Jacqueline Grech Licari/X (Twitter).

Il co-responsabile scientifico della spedizione, il professore dell’Università di Malta e scienziato del Monterey Bay Aquarium Research Institute Aaron Micallef, ha dichiarato che la spedizione ha migliorato la comprensione dei rischi naturali nel Mediterraneo centrale.

“Penso che sia impressionante che stiamo ancora scoprendo caratteristiche geologiche sconosciute nelle acque europee. Questo dimostra quanto poco conosciuti siano ancora i nostri fondali marini”, ha dichiarato.

Advertisement

Per la mappatura, che ha riguardato anche le bocche idrotermali sul fondo marino, sono state utilizzate apparecchiature di misurazione sonar e magnetiche. Tali bocche sono fessure nel fondale marino da cui erutta acqua riscaldata geotermicamente. I loro dintorni sono spesso ricchi di depositi minerali e microrganismi.

Sono stati raccolti campioni di lava da analizzare per determinare l’età dei vulcani e per comprendere meglio la loro struttura e la storia di quella che il team ha definito “una delle regioni più complesse del Mar Mediterraneo”.

Lava samples collected from the seabed. Photo: Jacqueline Grech Licari/X (Twitter).

Campioni di lava raccolti dal fondale marino. Foto: Jacqueline Grech Licari/X (Twitter).

Al progetto hanno partecipato scienziati del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research, del Monterey Bay Aquariam Research Institute (MBARI) e dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica applicata (OGS).

A loro si sono aggiunti quelli della Victoria University of Wellington (NZ) e delle Università di Malta, Birmingham, Edimburgo, Kiel e Oxford.

Jörg Geldmacher del GEOMAR e capo scienziato della spedizione ha dichiarato: “Queste sorprendenti scoperte sono interessanti, ma come geochimico sono più entusiasta degli eccellenti campioni di roccia ignea che siamo riusciti a recuperare”.