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Malta

Una scoperta inattesa cambia tutto: il vino maltese ha dieci nuove uve autoctone

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Una scoperta straordinaria potrebbe riscrivere la storia del vino maltese: gli scienziati hanno identificato ben 10 nuove varietà di uva autoctona, mai documentate prima! Un colpo di scena che potrebbe dare una nuova identità alla produzione vinicola dell’arcipelago, fino ad oggi dominata solo da due varietà indigene, la Ġellewża e la Girgentina .

La ricerca, durata quattro anni e condotta dal Centre for Viticulture and Oenology del ministero dell’Agricoltura, ha portato alla luce una vera e propria eredità nascosta. L’esperto di vini Josef Bonello ha condiviso la notizia sui social, rivelando che i campioni sono stati raccolti da diversi agricoltori maltesi e inviati in Francia per analisi del DNA, con l’obiettivo di verificare se queste uve fossero realmente uniche.

“Siamo solo all’inizio, ma stiamo assistendo alla storia in divenire. È un argomento di grande discussione nel mondo del vino” , ha dichiarato Bonello, sottolineando l’importanza di questa scoperta.

Le nuove varietà hanno ottenuto la certificazione ufficiale e sono state iscritte in un registro, segnando un passo epocale per l’enologia maltese. Alcune di queste uve, tuttavia, potrebbero essere cadute nel dimenticatoio nel corso degli anni a causa della loro scarsa resa produttiva. “Alcune di queste varietà potrebbero essere state abbandonate perché non garantivano una resa sufficiente per una produzione commerciale sostenibile” , ha spiegato Bonello.

Ora la vera sfida sarà capire quali di queste uve possano dare origine a vini di alta qualità. “Dobbiamo analizzare i livelli di fruttosio e saccarosio per determinare il potenziale alcolico. Altri fattori chiave saranno l’acidità, la quantità di uva prodotta e la loro capacità di adattarsi alla coltivazione” , ha aggiunto l’esperto.

Queste varietà autoctone potrebbero avere un vantaggio strategico in un’epoca di cambiamenti climatici: essendosi già adattate alle condizioni locali, potrebbero essere più resistenti alle sfide ambientali future. Ma quanto tempo ci vorrà prima di poter assaporare un vino prodotto con queste nuove uve? Tutto dipenderà da quanti viticoltori decideranno di investire su di esse. Bonello, però, si dice ottimista e spera di poter brindare con un bicchiere di questo “nuovo” vino maltese entro cinque anni.

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Prima degli anni ’90, la produzione vinicola a Malta era quasi interamente basata sulla Ġellewża e sulla Girgentina , ma la crescente domanda di vitigni internazionali, come il merlot, ha spinto molti produttori a cambiare rotta. Oggi Malta e Gozo contano 17 produttori di vino con licenza, ma solo pochi continuano a coltivare le due varietà autoctone.

Questa scoperta, però, potrebbe segnare un punto di svolta. Bonello spera che il ritrovamento di questi vitigni dimenticati possa dare nuova linfa all’interesse per le uve autoctone maltesi, riportando in auge il vero carattere del vino dell’isola.

Foto: Matthew Mirabelli

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