Un tribunale ha messo la parola fine a un controverso progetto di sviluppo nel cuore di Sliema, dichiarando senza mezzi termini che “non avrebbe mai dovuto essere preso in considerazione”. Con parole dure e inequivocabili, il giudice capo Mark Chetcuti ha affermato che le autorità avevano “stravolto le politiche” per giustificare un permesso che andava contro ogni regola.
L’attenzione del caso si è concentrata sul Ramel Buildings, un edificio storico dei primi del Novecento situato tra Isouard Street, Dun Karm Psaila Street e Tower Road, all’interno di una zona residenziale e di conservazione urbana. Il progetto prevedeva la costruzione di 15 appartamenti e un vano ascensore sopra uno dei pochi edifici di Categoria A protetti, attribuito all’architetto Giuseppe Cachia Caruana.
Le normative urbanistiche locali sono chiarissime: gli edifici classificati come “simbolo” non possono essere sovrastati da piani aggiuntivi o strutture significative. Le modifiche ammesse devono limitarsi al restauro di elementi deteriorati, utilizzando materiali identici agli originali, o alla rimozione di aggiunte incompatibili. Eppure, il Tribunal di Revisione dell’Ambiente e della Pianificazione (EPRT) aveva ignorato tutto questo, consentendo il progetto con la motivazione che avrebbe “coperto il muro cieco” creato da edifici alti e di bassa qualità su Tower Road.
Il tribunale ha stroncato questa logica. Imporre limiti sull’altezza degli edifici storici non è “un semplice suggerimento, ma un ordine del legislatore”, ha sottolineato il giudice. Tentare di giustificare lo sviluppo del Ramel Buildings per sanare il caos edilizio circostante era un palese tradimento delle politiche di conservazione. “Due torti non fanno un diritto”, ha dichiarato il giudice, aggiungendo che il progetto era destinato a fallire sin dall’inizio.
Con una decisione ferma, il tribunale ha revocato il permesso e invalidato la decisione dell’EPRT, dichiarando che il progetto violava chiaramente i limiti di altezza stabiliti per le aree di conservazione urbana di Sliema.
L’ONG Flimkien għal Ambjent Aħjar, che insieme ai residenti aveva presentato il ricorso, ha accolto con soddisfazione il verdetto, definendolo una vittoria importante, ma ha espresso frustrazione: “Le ONG e il pubblico devono continuamente impiegare tempo e risorse per opporsi alla collusione della Commissione di Pianificazione con gli sviluppatori, ignorando la conservazione del patrimonio e le leggi urbanistiche”.
In una dichiarazione, l’organizzazione ha ribadito il proprio impegno: “FAA è impegnata a salvaguardare queste strutture storiche, che per secoli hanno arricchito il carattere delle nostre città e dei nostri villaggi, migliorando così la qualità della vita per tutti”
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Foto: Chris Sant Fournier