Jean Paul Sofia è morto in un incidente edile nel dicembre 2022. Foto: Times of Malta
Architetti e sviluppatori si oppongono alle richieste dell’opposizione di implementare le raccomandazioni dell’inchiesta Sofia entro sei mesi.
“Crediamo fermamente che ogni raccomandazione meriti una discussione approfondita e deliberata”, ha dichiarato mercoledì il National Building Council in un comunicato.
“Pur concordando con lo spirito delle raccomandazioni dell’Inchiesta, insistiamo per un approccio più misurato alla riforma che tenga conto delle complessità del nostro settore e rispetti l’esperienza dei suoi professionisti”.
Il consiglio, istituito il mese scorso, è una collaborazione tra la Kamra tal-Periti
e la Malta Development Association.
Le richieste di implementare le raccomandazioni dell’inchiesta Sofia entro sei mesi fanno parte di una mozione parlamentare che dovrebbe essere discussa giovedì.
Presentata dal leader del PN Bernard Grech e dal capogruppo Robert Cutajar, la mozione è incentrata su un voto di sfiducia nei confronti di tre ministri legati ai risultati dell’inchiesta di Sofia: Miriam Dalli, Silvio Schembri e Stefan Zrinzo Azzopardi.
La mozione fa seguito alle conclusioni schiaccianti di un’inchiesta pubblica sulla morte in cantiere di Jean Paul Sofia. Il rapporto, pubblicato all’inizio di questo mese, ha riscontrato evidenti lacune nelle leggi del settore edile che hanno fatto sì che il cantiere crollato su Sofia non fosse sostanzialmente regolamentato.
In circa 40 pagine di raccomandazioni dettagliate, l’inchiesta ha richiesto leggi immediate per regolamentare gli edifici indipendenti, l’introduzione di carte di competenze obbligatorie per tutti i lavoratori edili, l’obbligo di relazioni geologiche per le dichiarazioni dei metodi di scavo, l’aumento delle garanzie bancarie richieste ai costruttori e molti altri cambiamenti.
Il Consiglio Nazionale dell’Edilizia ha dichiarato che è importante che le raccomandazioni siano valutate attentamente e introdotte come parte di un “piano strategico globale e a lungo termine” che vada oltre le raccomandazioni immediate dell’inchiesta.
Il Consiglio Nazionale dell’Edilizia ha affermato che “riforme affrettate potrebbero inavvertitamente portare a complessità, burocrazia e ulteriori incidenti che ostacolano piuttosto che far progredire i nostri obiettivi collettivi”.
L’associazione si è detta desiderosa di impegnarsi in un “dialogo costruttivo” sia con il governo che con l’opposizione per migliorare gli standard del settore.
Istituito il mese scorso, il Consiglio Nazionale dell’Edilizia si propone di esercitare pressioni sul governo in merito alla riforma dell’edilizia e di modificare la percezione pubblica del settore, spesso criticato.