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Malta

muro verde di Marsa-Ħamrun in rovina: scatta la guerra legale

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Il muro verde lungo la tangenziale Marsa-Ħamrun, un tempo fiore all’occhiello dell’infrastruttura sostenibile di Malta, oggi si trova in uno stato di completo abbandono. Le piante, un tempo rigogliose, ora appaiono marroni, secche e soffocate dalle erbacce. Ma la vera domanda è: chi ha permesso che accadesse?

In una mossa sorprendente, Infrastructure Malta ha dichiarato guerra legale contro il contraente privato che avrebbe dovuto mantenere in vita questa meraviglia naturale. “Il contraente ha fallito nel rispettare i suoi obblighi di manutenzione previsti dal contratto quinquennale, portando alla degradazione del muro,”  ha scritto l’agenzia in un post di fuoco su Facebook. L’obiettivo? Fare in modo che i costi di ripristino vengano addebitati proprio all’azienda inadempiente.

Anche se il nome del contraente non è stato rivelato pubblicamente, fonti ben informate indicano che si tratti di una società di ingegneria e architettura che ha incassato quasi 480.000 euro  per la progettazione e la manutenzione del muro verde per cinque anni. Ironia della sorte, questa stessa azienda vantava sul suo sito web una sezione dedicata ai “muri verdi”, completa di una foto del famigerato muro della tangenziale. Tuttavia, il link risultava inattivo al momento della pubblicazione. Come se non bastasse, la pagina Facebook dell’azienda, descritta su LinkedIn come una “filiale paesaggistica”, non viene aggiornata da agosto 2022.

L’annuncio di Infrastructure Malta è arrivato solo poche ore dopo che il Times of Malta  aveva sollevato domande sull’evidente stato di degrado del muro. Giovedì, infatti, il muro verde si presentava in condizioni disastrose: piante appassite, morte e selvaggiamente cresciute, con ampie sezioni ormai completamente senza vita.

Il muro verde, inaugurato a fine 2020, era stato celebrato come un’opera d’avanguardia, con 27.000 piante distribuite lungo 350 metri di muro di cemento, “più lungo di tre campi da calcio” secondo un comunicato stampa di Infrastructure Malta  dell’epoca. Il progetto vantava un sistema di irrigazione automatica collegato a un serbatoio nelle vicinanze e telecamere di sorveglianza per scoraggiare furti e atti vandalici.

All’epoca dell’inaugurazione, l’allora ministro delle Infrastrutture Ian Borg aveva promesso che il muro avrebbe migliorato la qualità dell’aria e valorizzato esteticamente l’area. Ma ora, guardandolo in questo stato, sembra tutto tranne che una vittoria ambientale.

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Questo non è nemmeno il primo incidente del genere a Malta. Solo l’anno scorso, un altro “muro verde” a Paola, costato 30.000 euro, è stato rimosso dopo che le piante erano tutte morte in meno di tre anni. E chi può dimenticare il caso del muro verde di Luqa nel 2021, che fece il giro dei social con le sue piante secche e marroni, attirando critiche feroci e venendo definito “uno spreco totale di denaro pubblico” .

Foto: Matthew Mirabelli.

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