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Malta

L’uomo che ha minacciato di scagliare un barile di acido contro un attivista riceve una multa di 5.000 euro

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Un uomo che in un post su Facebook ha dichiarato di voler “lanciare una botte di acido” al presidente di Repubblika, Robert Aquilina, è stato condannato oggi a nove mesi di reclusione con sospensione della pena per tre anni. È stato anche multato di €5.000.

Johann Vella è stato condannato per incitamento all’odio a causa di un commento che aveva scritto a marzo sotto un post di Godwin Schembri.

Schembri aveva condiviso una notizia su una protesta organizzata dall’ONG Repubblika fuori dall’ufficio dell’ex primo ministro Joseph Muscat a Sa Maison il 1° marzo.

Questa protesta è seguita a una sentenza molto critica appena pronunciata sul discusso accordo di privatizzazione degli ospedali.

Il commento di Vella recitava più o meno così: “Se qualche pagliaccio appicca spazzatura sulla mia proprietà, gli lancio una botte di acido”, aggiungendo che Aquilina era “spazzatura”.

Aquilina aveva dichiarato in tribunale che aveva interpretato ciò come una minaccia e come un istigamento alla violenza nei suoi confronti.

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Si era anche lamentato che tali commenti avevano un effetto sulla sua vita e su quella della sua famiglia, poiché altri avrebbero potuto mettere in pratica quelle parole.

Nel pronunciare la sentenza, il magistrato Ian Farrugia ha osservato che Aquilina, in quanto presidente di Repubblika, era “vociferante” nelle sue critiche non solo al governo e ad altre figure di spicco, ma anche all’ex primo ministro Joseph Muscat.

Il clima politico era altamente polarizzato e mentre Repubblika e Aquilina avevano seguaci, la figura di Muscat era sicuramente vista come importante agli occhi di coloro che lo sostenevano.

Muscat doveva accettare le critiche nei suoi confronti, per quanto aspre, sebbene avesse il diritto di assicurarsi che tali critiche rientrassero nei limiti legali.

Lo stesso valeva per Aquilina, ha osservato il tribunale.

In questo caso, la conferenza stampa di Aquilina che aveva scatenato l’intera vicenda era “chiara, diretta, ma soprattutto pacifica”.

Lo stesso non poteva dirsi di Vella, che aveva scelto di ricorrere a parole non solo aspre, ma indubbiamente minacciose e offensive.

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Preso nel contesto, il suo commento equivaleva ad istigazione alla violenza e all’odio nei confronti di Aquilina. Era palesemente in violazione di legge.

La disposizione in questione è stata progettata dal legislatore per porre un limite alla libertà personale in una società “che aspira ad essere civile e democratica”.

Tutto considerato, il tribunale ha dichiarato Vella colpevole e lo ha condannato a nove mesi di carcere con sospensione della pena per tre anni e a una multa di €5.000.