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Malta

Le richieste di libertà di informazione a Malta necessitano di una “riforma urgente” – studio dell’UE

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Le autorità hanno rifiutato diverse richieste di informazioni del Times of Malta negli ultimi anni. Foto: Shutterstock.

Secondo uno studio europeo, le autorità maltesi dovrebbero evadere le richieste di informazioni sulla libertà d’informazione (FOI) in modo rapido e trasparente ed essere ritenute responsabili in caso di inadempienza.

In un rapporto che misura lo stato di salute del panorama dei media in Europa, gli autori hanno affermato che è “urgente” portare il modo in cui le richieste di FOI vengono gestite a Malta in linea con le migliori pratiche internazionali.

“Le richieste di informazioni sulla libertà devono essere trattate in modo tempestivo e trasparente e quando le autorità non lo fanno, devono essere ritenute responsabili”, si legge nel rapporto Monitoring Media Pluralism in the Digital Era, pubblicato dal Centre for Media Pluralism and Media Freedom.

Ad aprile, il governo ha rifiutato una richiesta di FOI del Times of Malta su un’indagine condotta presso l’ospedale Mater Dei che ha portato all’estero un bambino che necessitava dell’amputazione di una gamba.

A marzo, il Public Broadcasting Services (PBS) ha negato una richiesta di ripartizione dei costi del concorso canoro Eurovision di Malta, un anno dopo che la Malta Film Commission aveva rifiutato di rendere noti i costi del Malta Film.

In passato le autorità si sono rifiutate di condividere le informazioni relative a un rapporto che conferma che la società energetica statale Enemalta sapeva di pagare il triplo del prezzo originale per acquistare quote di un progetto di parco eolico.

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“L’accesso alle informazioni rimane una preoccupazione pressante a Malta, e non solo per i media critici nei confronti del governo”, si legge nel rapporto.

La difficoltà di accedere alle informazioni su questioni di interesse pubblico, come la spesa pubblica, ai fini di questo rapporto, è una testimonianza della cultura della segretezza e della mancanza di trasparenza”.

Il rapporto ha valutato il diritto all’informazione nel Paese come “ad alto rischio” e ha affermato che è più a rischio rispetto all’anno scorso, evidenziando “la tendenza generale del governo a mettere da parte e ignorare i media critici”.

Citando una lettera inviata al Primo Ministro Robert Abela lo scorso anno, in cui il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović criticava la “segretezza ingiustificata all’interno delle istituzioni statali” di Malta, il rapporto affermava che il rifiuto delle autorità di rilasciare informazioni faceva perdere tempo ai giornalisti, riducendo il valore informativo delle informazioni.

Il rapporto chiedeva inoltre che la PBS uscisse dal controllo statale e che le emittenti dei partiti politici “non godessero più della posizione di accesso privilegiato alle informazioni”.

È stata inoltre richiesta l’introduzione di “sanzioni” per le aziende che non presentano i conti certificati al Registro delle imprese di Malta e una maggiore indipendenza dell’autorità di regolamentazione di TV e radio, la Broadcast Authority.

Media sociali

L’Istituto universitario europeo ha anche sottolineato l’uso dei social media da parte dei politici, che, a suo dire, rende “facile” per loro “mettere in disparte” i giornalisti e i media tradizionali.

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Nel rilevare che il governo detiene una “posizione di primo piano” come acquirente di pubblicità su Facebook, il rapporto afferma che la disposizione dei contenuti dei social media rende difficile per gli spettatori distinguerli dalle notizie.

Il rapporto si sofferma sull’uso dei social media da parte di Robert Abela, affermando che la sua pagina Facebook pubblica frequentemente post sponsorizzati di conferenze stampa, modificati secondo il gradimento del politico”, la cui portata è stata “ulteriormente amplificata da prolifici gruppi filogovernativi”.

Il rapporto rileva che i media tradizionali si sentono “obbligati” a utilizzare piattaforme come Facebook a causa della loro popolarità nel Paese, “nonostante i rendimenti molto limitati e decrescenti”.

Il rapporto ha valutato la vitalità dei media a Malta come “ad alto rischio” e più rischiosa rispetto all’anno scorso, indicando l’uso dei social media come uno dei fattori principali.

Miglioramenti nei media

Definendo “pessima” la rappresentazione delle minoranze e della parità di genere nei media, il rapporto ha evidenziato “problemi di squilibrio di genere, scarsa visibilità delle minoranze e accesso limitato alle persone con disabilità”.

Il rapporto ha valutato la professione, i suoi standard e le sue tutele come “a medio rischio” e ha rilevato che “molte voci” nel settore hanno chiesto maggiori tutele per il giornalismo indipendente.

Secondo il rapporto, si dovrebbero lanciare “avvertimenti pubblici” alle organizzazioni dei media che non rispettano “l’equità e la trasparenza” nella scelta degli esperti e nella rappresentazione delle minoranze.

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Complessivamente, la salute dei media a Malta è stata giudicata a “rischio medio”, con un punteggio del 37% (una percentuale più alta denota un rischio maggiore).

La Danimarca ha ottenuto il punteggio più alto (13%), seguita da vicino dalla Germania (16%), mentre la Turchia è arrivata in fondo con il 75% ed è stata giudicata ad “alto rischio” in quattro delle cinque categorie principali.

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