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Malta

Il tribunale abbandona a malincuore il caso di violenza domestica

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Un magistrato ha permesso a malincuore a un uomo di tornare in libertà dopo che la donna da lui picchiata e rinchiusa, in seguito a una lite per un messaggio cancellato su Facebook, ha insistito per ritirare le accuse contro il suo ex compagno.

Il magistrato Lara Lanfranco ha accolto a malincuore la richiesta della vittima di sospendere il procedimento e di ritirare l’accusa contro il 24enne Tyler Camilleri.

Il magistrato ha sottolineato che questo non è automatico e deve essere deciso dal tribunale caso per caso, poiché il tribunale ha la facoltà di decidere se ordinare l’interruzione o la prosecuzione del procedimento.

Dopo aver dato un severo avvertimento all’imputato, ha sottolineato che avrebbe potuto continuare il processo anche in assenza della testimonianza della vittima, in quanto avrebbe potuto raggiungere un verdetto di colpevolezza sulla base di altri testimoni.

Il magistrato ha accettato a malincuore la richiesta della vittima

In questo caso, ha deciso di accettare la richiesta della vittima, ma ha avvertito l’imputato che ciò non si sarebbe ripetuto se avesse affrontato accuse simili davanti al suo tribunale.

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L’avvocato difensore Franco Debono ha spiegato che si è trattato di un incidente isolato e che le accuse riguardano un episodio singolo e non una serie di incidenti.

Lo scorso settembre è scoppiata una lite tra i due coniugi quando Camilleri ha voluto sapere cosa ci fosse dietro un messaggio di Facebook che la sua compagna aveva ricevuto ma che era stato cancellato dal mittente. La donna ha cercato di spiegare che il mittente era un amico su Facebook e che il messaggio era innocuo, come si è appreso dal tribunale.

Ma la discussione è degenerata e la donna sarebbe stata picchiata sul viso e sulla testa, riportando lievi ferite. È stata poi rinchiusa per ore nella casa che condivideva con il suo compagno a Ĺ»ejtun.

È stata salvata solo dal compagno della madre che ha scavalcato un muro per accedere alla casa chiusa.

L’ispettore di polizia Audrey Micallef ha svolto l’azione penale. L’avvocato Francesca Zarb era anche il difensore.

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