Una manifestazione della Life Network Foundation a settembre.
La Life Network Foundation ha chiesto al primo ministro di dichiarare formalmente che Malta non è favorevole all’inclusione dell’aborto nella Carta dei Diritti Umani dell’Unione Europea.
L’appello è stato lanciato in una lettera a Robert Abela, dopo che la settimana scorsa il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che chiede di dichiarare l’aborto un diritto umano.
La fondazione ha dichiarato che al primo ministro è stato chiesto di rilasciare la dichiarazione nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà e del trattato di adesione di Malta all’UE, che prevede che, indipendentemente da ciò che dicono i trattati dell’UE, l’aborto rimarrà sempre una questione da decidere a Malta.
“Così le madri e i bambini non nati nel nostro Paese e la nostra sovranità continueranno a essere protetti”, ha dichiarato il gruppo pro-life.
Giovedì scorso i legislatori dell’UE hanno appoggiato la richiesta di includere l’accesso all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE, con una mossa simbolica dopo che la Francia ha inserito il diritto nella sua costituzione.
Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione non vincolante con 336 voti favorevoli e 163 contrari, con il sostegno di gruppi centristi e di sinistra.
Ma il diritto all’”aborto sicuro e legale” non ha quasi nessuna possibilità di essere incluso nella Carta giuridicamente vincolante del blocco, che richiederebbe l’accordo unanime dei 27 Paesi dell’UE.
Il diritto all’aborto rimane fortemente limitato nei Paesi dell’UE, tra cui Polonia e Malta. Giovedì i legislatori polacchi hanno aperto un dibattito sulla liberalizzazione delle leggi sull’aborto, ma le spaccature all’interno della coalizione di governo ne hanno reso incerto l’esito.