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Malta

Il commento su Facebook “celebrava la mia morte”, dice Arnold Cassola al tribunale

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Arnold Cassola. Foto d’archivio

Un utente di Facebook ha “festeggiato” la morte del candidato indipendente Arnold Cassola, ha dichiarato martedì in tribunale.

L’utente ha testimoniato nel caso di Jesmond Muscat, accusato di aver insultato e minacciato il candidato al Parlamento europeo. Il caso è stato discusso dal magistrato Donatella Frendo Dimech.

The first of the posts. Screetshot from FacebookIl primo dei post. Scorciatoia da Facebook

Il primo dei post esposti presenta un video del meme dei portatori di palloni danzanti, con il volto di Cassola e la scritta “Rip Cassola” sovrapposta al video.

Il video è stato pubblicato da Muscat sulla sua pagina personale di Facebook.

Sopra il video, Muscat ha scritto: “Ejja ha nicelebraw (sic)” (andiamo a festeggiare).

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The second post. Screenshot from FacebookIl secondo post. Screenshot da Facebook

In un altro commento, pubblicato sotto uno dei post di Cassola, Muscat ha scritto “stai attento che qualcuno non ti prenda a pugni in faccia, non dimenticare che sei solo una persona comune, non un ministro, non c’è una pena più severa, quindi è meglio che lasci in pace le persone”.

Il tutto accompagnato dall’immagine di un bagno aperto.

Cassola ha detto alla corte che ogni giorno riceve una pletora di commenti negativi da parte delle persone e che, mentre lascia correre la maggior parte di essi, si ferma alle minacce e alla violenza.

“Non riporto la maggior parte dei commenti discutibili che ricevo perché, anche se non sono d’accordo con me, hanno diritto alla loro opinione”, ha detto.

“Tuttavia, in questo caso, il signor Muscat ha postato delle foto di me su una bara e ha detto che stava celebrando la mia morte. Penso che questo sia incitare alla violenza e non credo sia giusto”.

Cassola ha aggiunto di non conoscere l’imputato e di non averlo mai incontrato, se non per aver notato che di tanto in tanto commentava la sua pagina Facebook.

L’avvocato difensore Albert Zerafa ha chiesto a Cassola se fosse stato infastidito dalla violenza dei commenti o se fosse stato il fatto che Muscat avesse detto cose non vere su di lui a spingerlo a sporgere denuncia.

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Cassola ha ribadito di aver posto un limite alla violenza.

“Non mi piacciono le cose che alcuni scrivono su di me, ma posso accettarle. Ma quando si parla di violenza e morte per me c’è una linea di demarcazione”, ha detto.

Il processo proseguirà a maggio.

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