La ginecologa Isabel Stabile stava inscenando una protesta pacifica sul ciglio della strada. Foto: Karl Andrew Micallef
Una donna, giudicata colpevole di aver aggredito un medico pro-choice durante una protesta pacifica sul ciglio della strada, affermando in seguito che il messaggio sul cartello dell’attivista aveva “ferito” i suoi sentimenti, è stata multata di 58 euro.
La sentenza è stata emessa in merito all’incidente avvenuto il 9 maggio 2022, quando Isabelle Stabile, ginecologa e membro di Medici per la scelta, è stata da Jennifer Grech durante una protesta in via Aldo Moro, a Marsa.
Grech stava guidando lungo quella strada trafficata quella mattina, intorno alle 8.30, quando ha notato Stabile in piedi vicino a una fermata dell’autobus, con in mano un cartello che riportava un messaggio del tipo “l’aborto è una scelta della donna”.
L’autista ha fermato l’auto, bloccando il traffico, e si è avvicinato all’attivista intimandole di andarsene, dicendo che “l’aborto è un omicidio e tu sei un’assassina”.
Ma quando Stabile ha mantenuto la sua posizione, dicendo che non c’era bisogno di un permesso per una protesta pacifica, Grech si è prima girato e si è diretto verso la sua auto, poi è improvvisamente corso indietro verso l’attivista, spingendola “a tutta forza sul petto”.
I due si erano presumibilmente scontrati in un altro incidente un mese prima dell’episodio di Marsa, ma in quell’occasione non c’era stata violenza fisica.
La Grech aveva anche pubblicato dei commenti sulla pagina Facebook di Medici per la scelta.
Qualcuno aveva reagito al suo commento antiabortista riferendosi alle persone con bisogni speciali e quel messaggio aveva toccato una corda personale, dato che il fratello disabile della Grech era morto appena due mesi dopo l’incidente.
Ecco perché il messaggio pro-choice, aveva spiegato la Grech durante la testimonianza nel processo che la vedeva accusata di aver aggredito l’attivista, di averla insultata e minacciata e di aver fatto un uso improprio di apparecchiature elettroniche.
Ha ribadito di non avere alcun rancore personale nei confronti della Stabile e che le sue azioni erano dirette solo contro il cartello che aveva cercato di spingere via.
Nel pronunciare la sentenza, la corte, presieduta dal magistrato Astrid May Grima, ha concluso che le accuse relative al presunto abuso di apparecchiature di comunicazione elettronica non erano sufficientemente provate.
La corte, tuttavia, ha ritenuto Grech colpevole di aggressione, insulto e minaccia alla vittima e l’ha condannata a pagare una multa minore(ammenda) di 58,23 euro.