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Malta

cauzione concessa, ma Fenech resta in cella: il nodo da 50 milioni di euro

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Yorgen Fenech ha ottenuto la libertà su cauzione più di una settimana fa, eppure è ancora dietro le sbarre. La sua attesa continua, e potrebbe trascorrere ancora diverse notti nella sua cella prima di poter finalmente lasciare il Corradino Correctional Facility. Il motivo? Un tecnicismo legale estremamente complesso che sta rallentando il processo.

Il tribunale ha concesso la libertà su cauzione a Fenech il 24 gennaio, accettando come garanzia l’offerta della zia, Moira Fenech, che si è detta disposta a mettere in gioco la sua quota nella Tumas Group nel caso in cui il nipote violasse le condizioni della cauzione. Una garanzia di ferro: parliamo di una quota societaria valutata oltre 52 milioni di euro nel 2022.

Secondo gli avvocati interpellati dal Times of Malta , non esistono precedenti simili nella storia legale maltese: mai era stata richiesta una somma così elevata come garanzia per una cauzione.

Un iter burocratico senza precedenti

Normalmente, chi ottiene la libertà su cauzione paga una somma in denaro e può uscire di prigione nel giro di poche ore o al massimo un giorno. Ma nel caso di Fenech, la procedura è molto più complessa.

La legge non esclude l’uso delle azioni come garanzia, ma il processo è lungo e tecnicamente impegnativo, regolato dall’Articolo 122 del Companies Act . A differenza del denaro, che può essere depositato direttamente in tribunale, le azioni devono essere promesse e formalmente vincolate allo Stato attraverso un accordo tra Moira Fenech e il governo.

Entrambe le parti devono concordare sul valore delle quote e il governo deve essere certo che tale valore non subisca variazioni significative. Inoltre, in caso di violazione della cauzione, lo Stato deve sapere esattamente come acquisire quelle azioni, come liquidarle e a chi venderle per recuperare il denaro garantito. Un passaggio complicato che sta causando il ritardo nella scarcerazione di Fenech.

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Cinque anni dietro le sbarre e ancora nessuna libertà

Solo quando l’accordo sarà formalizzato, registrato presso il Registrar of Companies  e notificato alla Tumas Group, Yorgen Fenech potrà finalmente uscire di prigione. Ma al momento, le trattative tra la zia e il governo sono ancora in corso, e l’attesa si prolunga.

Nel frattempo, Fenech ha già trascorso nove notti extra in carcere nonostante il via libera alla sua cauzione. E, secondo gli avvocati, potrebbero passare ancora diversi giorni prima che le porte del Corradino si aprano per lui.

L’accusa: complicità nell’omicidio di Daphne Caruana Galizia

Yorgen Fenech è accusato di essere complice dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, assassinata nel 2017 con un’autobomba. L’imprenditore fu arrestato nel novembre 2019 mentre cercava di lasciare Malta a bordo del suo yacht, intercettato al largo di Portomaso.

Da allora, è rimasto in custodia cautelare e, nonostante abbia chiesto più volte la libertà su cauzione, i giudici gliel’hanno sempre negata. Questa volta, però, i suoi avvocati hanno sostenuto che il loro assistito avesse diritto alla scarcerazione, dato che erano passati oltre 30 mesi dalla sua incriminazione. I pubblici ministeri hanno contestato la richiesta, ma il tribunale ha riconosciuto che Fenech ha già trascorso cinque anni in prigione in attesa di processo e ha ritenuto che la garanzia offerta dalla zia fosse solida e sufficiente per approvare la cauzione.

Una scommessa da 50 milioni di euro

Se Fenech dovesse violare anche una sola delle rigide condizioni imposte dal tribunale, sua zia rischierebbe di perdere tutto: oltre 50 milioni di euro in azioni. Nel decreto della cauzione, il giudice è stato chiarissimo: in caso di violazione, il governo entrerà in possesso della quota di Moira Fenech nella Tumas Group.

Per l’imprenditore, invece, la perdita economica sarebbe nettamente inferiore: dovrà pagare una cauzione di 80.000 euro e fornire una garanzia personale di 120.000 euro. Importi irrisori rispetto alla posta in gioco per la zia.

Quando sarà rilasciato, Fenech vivrà in una proprietà di lusso appartenente alla Tumas Group, situata vicino alla residenza della zia.

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La Tumas Group è una delle più potenti aziende di Malta, con interessi che spaziano dall’immobiliare all’ospitalità, dall’energia ai trasporti e al settore dei casinò.

Foto: Mark Zammit Cordina

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