Malta ha temporaneamente sospeso le sue decisioni sulle richieste di asilo dei cittadini sudanesi
, dal momento che il loro Paese d’origine continua a essere devastato dalla guerra civile.
Nessun cittadino sudanese è stato rimpatriato con la forza in Sudan da quando il Paese è entrato in guerra il 15 aprile.
Il conflitto è scoppiato quando una potente unità paramilitare ha rifiutato un piano per fondersi con l’esercito regolare nel quadro di una promessa transizione verso un governo civile. Da allora sono state uccise circa 1.000 persone e le Nazioni Unite hanno avvertito che quest’anno si prevede che più di un milione di persone fuggiranno nei Paesi vicini.
Poiché la situazione rimane fluida e incerta, questa settimana l’UNHCR
ha invitato tutti i Paesi a consentire ai civili di tutte le nazionalità in fuga dal Sudan un accesso non discriminatorio ai loro territori.
In un documento di sintesi, l’UNHCR ha affermato che “nel caso di cittadini sudanesi la cui richiesta di protezione internazionale sia stata respinta prima dei recenti eventi, l’attuale situazione in Sudan può dare origine a circostanze mutate, che devono essere prese in considerazione, anche nel caso in cui venga presentata una nuova richiesta di asilo”.
L’anno scorso Malta ha respinto in massa i richiedenti asilo sudanesi. Secondo l’UNHCR, l’Agenzia per la protezione internazionale ha emesso 602 decisioni: 342 sono state “altrimenti chiuse”, 258 sono state respinte e due hanno ottenuto lo status di rifugiato, per un tasso di riconoscimento dello 0,3% rispetto alla media europea del 40%. L’IPA è l’agenzia maltese per la determinazione dello status di asilo e la protezione internazionale.
L’UNHCR ha nel frattempo invitato gli Stati a sospendere il rimpatrio forzato dei cittadini e degli apolidi che risiedono abitualmente in Sudan, compresi quelli che hanno già visto respinta la loro richiesta di asilo.
Contattato, un portavoce del Ministero degli Interni ha dichiarato che “avendo preso nota delle ultime informazioni sui Paesi di origine, che indicano un significativo aumento degli incidenti di sicurezza e delle vittime in alcune parti del Sudan, e in considerazione dell’attuale situazione di instabilità nel Paese, l’IPA ha deciso di sospendere temporaneamente l’emissione di decisioni sulle domande dei cittadini sudanesi.
“Questo permetterà all’agenzia di valutare meglio la situazione e le esigenze di protezione dei richiedenti”, ha aggiunto.
Alla domanda se al 15 aprile fossero stati rimpatriati – volontariamente o forzatamente – cittadini sudanesi, il portavoce ha risposto che “dallo scoppio dei disordini civili non sono stati effettuati rimpatri forzati in Sudan”.