Il Convenience Shop di Paola, dove è avvenuta la rapina. Foto: Chris Sant Fournier
A un uomo che sta cercando di sconfiggere la sua tossicodipendenza, che lo ha portato a commettere crimini per sostenere il vizio, sono stati risparmiati quattro anni di carcere.
Il giudice Edwina Grima ha accolto la raccomandazione del responsabile della libertà vigilata di consentire all’uomo di continuare i suoi notevoli progressi.
Shamison Stafrace, 25 anni, ha fatto appello a una condanna a quattro anni di carcere dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver commesso una rapina a mano armata in un minimarket di Triq Għajn Dwieli, a Paola, alle 20.30 del 16 aprile 2019.
L’imputato è stato anche condannato per aver trattenuto la cassiera contro la sua volontà e per aver ferito leggermente una donna che stava facendo la spesa in quel momento.
La corte ha ascoltato come Stafrace abbia effettuato la rapina insieme a un’altra persona, entrambi indossavano una felpa con cappuccio. La cassiera è riuscita a sfilare la felpa di Stafrace, scoprendo il suo volto. Il cassiere ha raccontato alla polizia dei tatuaggi che aveva sul collo. I ladri hanno portato via circa 300 euro in contanti.
Un campione di DNA su una felpa con cappuccio trovata fuori dal negozio è stato utilizzato per incolpare l’imputato.
Il primo tribunale lo aveva condannato a una pena detentiva effettiva perché, nonostante le numerose opportunità di ravvedimento, non aveva fatto del suo meglio per cambiare il suo percorso di vita. Ma, in appello, il giudice Grima ha ascoltato il suo agente di sorveglianza spiegare come stava seguendo Stafrace in base a un ordine di sorveglianza temporaneo. Ciò è stato fatto sia su richiesta dell’imputato sia per ordine del tribunale, per capire se stesse davvero cambiando strada e si stesse allontanando dalla criminalità.
L’agente di sorveglianza ha detto che era evidente che l’imputato aveva cambiato vita per il meglio, stava facendo buoni progressi nel suo impegno a superare la tossicodipendenza, era sempre risultato negativo ai test per le sostanze illecite e aveva un lavoro stabile come intonacatore autonomo. Aveva una vita strutturata e stabile ed era sulla buona strada.
Date le circostanze, il tribunale ha convertito la pena detentiva effettiva in un ordine di libertà vigilata, in modo che Stafrace potesse continuare a migliorare sotto l’occhio vigile del suo agente di sorveglianza.
Gli avvocati Franco Debono, Marion Camilleri e Francesca Zarb erano i difensori.