Una riforma che promette di rivoluzionare il sistema delle inchieste magistrali a Malta è alle porte. Il primo ministro Robert Abela ha svelato dettagli sorprendenti su un disegno di legge che non solo alzerà l’asticella delle prove necessarie per avviare un’inchiesta, ma coinvolgerà anche i giudici nel processo decisionale, ponendo fine agli abusi del sistema.
Durante un evento del Partito Laburista, Abela ha spiegato che la riforma mira a garantire che le prove presentate siano “ammissibili in tribunale”
, eliminando così ogni possibilità di manipolazione. Non si tratta solo di cambiare le regole del gioco, ma di trasformare il sistema dalle fondamenta: le vittime e le loro famiglie avranno diritto a essere informate sugli sviluppi delle indagini, mentre i criteri di nomina degli esperti e il loro compenso saranno rivisti per una maggiore trasparenza.
“Sarà una riforma completa, non limitata alle richieste private di inchieste,”
ha dichiarato con fermezza il premier, affrontando una questione che ha sollevato non poche polemiche.
Negli ultimi mesi, il sistema delle inchieste magistrali è stato messo sotto pressione, con richieste che hanno fatto scalpore. L’avvocato Jason Azzopardi, a dicembre, aveva invocato indagini su figure di spicco come Clint Camilleri e Silvio Schembri. Abela, però, ha promesso di fermare quello che ha definito un abuso del sistema, usato da alcuni per trasformare le inchieste in “un calvario giudiziario”
per i propri avversari.
Il premier ha sottolineato che attualmente basta un’accusa, anche senza prove solide, per obbligare i magistrati ad avviare un’inchiesta. “Non possiamo continuare ad avere un sistema in cui qualcuno pubblica un articolo su un giornale e, basandosi solo su quello, si apre un’inchiesta magistrale,”
ha detto, sottolineando l’urgenza di introdurre criteri più rigorosi.
Nonostante i cambiamenti, i cittadini privati manterranno il diritto di richiedere inchieste, ma lo dovranno fare con maggiore responsabilità. Il disegno di legge prevede inoltre una riforma sul modo in cui gli esperti giudiziari vengono scelti e pagati, puntando a una maggiore efficienza e al controllo dei costi. “Abbiamo speso 11 milioni di euro per l’inchiesta sui Vitals,” ha osservato Abela, “una somma con cui avremmo potuto costruire una scuola.”
Abela ha affrontato anche il tema della protezione legale per i funzionari pubblici, criticando le accuse ingiuste contro figure rispettabili come Alfred Camilleri e Joseph Rapa. “Questi servitori dello Stato non dovrebbero essere lasciati soli ad affrontare accuse infondate,”
ha detto, promettendo misure per tutelare chi opera con integrità nel servizio pubblico.
Foto: Matthew Mirabelli