Lo scorso anno ha visto un boom per chi ha investito in portafogli bilanciati e diversificati a livello globale, con un mix di obbligazioni e azioni. L’indice Euro Stoxx 600 ha segnato un guadagno del 6%, il MSCI World Index è balzato al 17%, mentre le obbligazioni Investment Grade (IG) e High Yield (HY) in euro hanno registrato rendimenti rispettivamente del 4,75% e del 6,88%. Ma la vera festa si è svolta sul mercato azionario statunitense: l’S&P 500 ha generato un impressionante +23%, e il Nasdaq è schizzato al +27%.
Questi risultati da capogiro sono stati raggiunti nonostante un contesto turbolento segnato da rischi geopolitici, guerre, tassi d’interesse elevati e persino le elezioni generali negli Stati Uniti. Sarebbe facile pensare che quest’anno si possa semplicemente replicare il successo del 2024, ma il 2025 promette un panorama di sfide e opportunità completamente nuove.
Uno dei rischi principali è il potenziale scoppio di una guerra commerciale globale. Donald Trump ha minacciato tariffe del 10-20% su tutte le importazioni statunitensi e dazi fino al 60% sui prodotti cinesi. “Rimane da vedere se si tratta solo di uno strumento negoziale” osservano gli esperti, “ma gli investitori non possono escludere la possibilità che queste misure vengano attuate.”
Il rischio non riguarda solo gli Stati Uniti e la Cina. L’Europa potrebbe subire un rallentamento della crescita economica, mentre gli effetti dei dazi potrebbero spingere temporaneamente l’inflazione statunitense verso l’alto. Inoltre, le catene di approvvigionamento globali potrebbero cambiare radicalmente, complicando le strategie di investimento.
E non è tutto: le valutazioni dei grandi titoli statunitensi, già alle stelle, rappresentano un ulteriore motivo di cautela. L’indice S&P 500 scambia ora a 22 volte gli utili, rispetto a una media di 16 volte dal 2005. Le performance straordinarie del mercato sono state trainate da un ristretto gruppo di colossi tecnologici, i cosiddetti “Magnifici Sette”, che rappresentano ben il 30% del valore totale dell’indice.
Ma cosa ha alimentato questo rally? L’intelligenza artificiale. NVIDIA, ad esempio, ha visto la sua capitalizzazione di mercato raggiungere livelli da capogiro. Tuttavia, “non è ancora chiaro quanto queste enormi spese di aziende come Apple, Microsoft e Tesla si tradurranno in utili concreti.”
Per ridurre il rischio di concentrazione, molti analisti consigliano di riequilibrare i portafogli puntando su aziende europee, specialmente nel settore bancario e delle utility, che potrebbero beneficiare di valutazioni più convenienti e politiche favorevoli.
E le opportunità non finiscono qui: i titoli della difesa sono destinati a guadagnare terreno, grazie all’aumento degli investimenti governativi nel settore militare a causa dei conflitti geopolitici in corso. Anche i mercati emergenti, come l’India, rappresentano un’opzione interessante: la sua economia, con una crescita prevista del 6-7%, una domanda interna in espansione e una popolazione giovane, offre un enorme potenziale di rendimento a lungo termine.
Nel frattempo, il mercato obbligazionario presenta sfide e opportunità. Le obbligazioni IG e HY risultano costose rispetto agli standard storici, ma una curva dei rendimenti più ripida permette agli investitori di bloccare tassi più alti per periodi prolungati, riducendo il rischio di reinvestimento.
Anche il contesto fiscale degli Stati Uniti potrebbe influenzare i mercati. I deficit governativi, che sono stati mantenuti al 6% del PIL sin dall’era COVID, rischiano di alimentare ulteriormente l’inflazione, portando a tassi d’interesse più elevati e a una maggiore volatilità obbligazionaria.
In definitiva, gli investitori dovrebbero evitare di accumulare liquidità in depositi a basso rendimento, preferendo strategie di diversificazione sia per valute che per aree geografiche e settori. Il 2025 sarà un anno di trasformazione e, con le giuste scelte, anche di opportunità.
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