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L’economia degli oceani

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Due mesi fa abbiamo celebrato la Giornatamondialedeglioceani . Purtroppo è passata in gran parte inosservata per una serie di motivi. Inoltre, mentre noi a Malta possiamo relazionarci con il Mar Mediterraneo, data la nostra geografia e la nostra storia, probabilmente troviamo molto difficile relazionarci con gli oceani.

D’altra parte, gli abitanti della costa occidentale degli Stati Uniti vivono con l’Oceano Pacifico, che per loro è come un vicino di casa. Ci sono infatti Paesi e intere comunità il cui sostentamento dipende dalla salute degli oceani. Il mare è fonte di cibo e di milioni di posti di lavoro e alimenta la crescita economica.

Spesso leggiamo di pesca eccessiva, di rifiuti e sostanze chimiche scaricate in mare, di estrazione mineraria in profondità, della presenza di microplastiche e dell’innalzamento del livello del mare. Tutti questi elementi sono indicativi di una situazione molto malsana. Saremmo inoltre molto ingenui se pensassimo che ciò che accade nell’Oceano Atlantico, nell’Oceano Pacifico e in altri oceani non abbia ripercussioni sul Mar Mediterraneo.

Malta ha sempre avuto una tradizione marittima molto forte. Questo ha portato allo sviluppo di importanti attività economiche per il nostro Paese. Ci sono attività che possono essere descritte come semi-industriali, come l’allevamento ittico, la riparazione di barche e navi, la gestione di porti turistici e il trasbordo di container, e altre che sono essenzialmente di servizio, come il turismo, la registrazione e la gestione delle navi. La nostra economia trae quindi vantaggio dagli oceani come luogo di svago e come mezzo di attività economica.

Tuttavia, noi e la maggior parte del resto dell’umanità sembriamo ignorare il fatto che le risorse marine sono limitate. Le aree costiere sono limitate. I pesci sono limitati. Le risorse minerarie sono limitate. Pertanto, la sostenibilità è un obiettivo primario nella gestione degli oceani e dei mari di tutto il mondo.

La sostenibilità ci impone di affrontare le cause alla base del sovrasfruttamento; di rafforzare la sostenibilità dell’acquacoltura; di affrontare le minacce alla salute degli oceani derivanti dall’inquinamento marino, compresi i rifiuti e la plastica, provenienti da fonti marine o terrestri; di migliorare la sostenibilità di settori oceanici chiave come il turismo, il trasporto marittimo e l’energia rinnovabile offshore; di costruire capacità di gestione delle risorse marine; di salvaguardare le aree costiere e le comunità che le abitano dall’innalzamento del livello del mare.

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Se prendiamo l’esempio della pesca, le Nazioni Unite riferiscono che l’85
egli stock ittici è completamente sfruttato o peggio. Masse di rifiuti sono disseminate sui fondali marini. Il settore del petrolio e del gas continua a emettere gas che riscaldano l’aria e causano una crescente acidità del mare.

Il mare è un dono della natura. Tutti hanno il diritto di goderne. Ma purtroppo questo diritto viene negato, a volte anche a Malta, perché i benefici del mare vengono dati per scontati.

Siamo il Paese che negli anni ’60 ha proposto il concetto che il mare è patrimonio comune dell’umanità. Il concetto è stato accettato universalmente, ma i governi e le imprese non hanno fatto i conti con la realtà, e c’è il grande rischio di rovinare i mari a tal punto da mettere a repentaglio i benefici economici che ne ricaviamo.

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