La contrazione del settore privato dell’eurozona è proseguita a novembre, con un numero crescente di imprese che ha continuato a vacillare, riaccendendo i timori di una recessione, anche se poco profonda, verso la fine dell’anno.
L’indice composito dei responsabili degli acquisti (PMI) per il blocco valutario si è attestato a 47,6 a novembre, in aumento rispetto alla stima flash di 47,1 e migliore rispetto al minimo di tre anni di ottobre (46,5). Allo stesso tempo, le nuove attività hanno continuato a diminuire per il sesto mese consecutivo, anche se al ritmo più lento degli ultimi quattro mesi. Le vendite all’esportazione hanno continuato a diminuire per il 21° mese consecutivo.
“Il settore dei servizi ha continuato a scendere a novembre. Il modesto miglioramento dell’indice di attività non lascia molto spazio all’ottimismo per una rapida ripresa nell’immediato futuro”, ha dichiarato Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank.
Nel frattempo, un sondaggio ha rivelato che il settore edilizio britannico è rimasto sottotono nel mese di novembre, a causa della continua debolezza della costruzione di case.
L’indice S&P Global/CIPS UK Construction PMI è sceso a 45,5 il mese scorso da 45,6 in ottobre, il secondo valore più basso dall’inizio della pandemia COVID-19. Le letture del PMI inferiori a 50 segnalano una contrazione del settore. Le risposte delle imprese edili hanno suggerito che la performance anemica del settore è sostenuta dalle cattive condizioni economiche interne e dall’indecisione dei clienti sulla spesa per i grandi investimenti.
Infine, la capacità del governo cinese di ripagare i propri debiti è stata declassata dall’agenzia di rating Moody’s Investor Services, secondo cui la crisi immobiliare cinese potrebbe ostacolare gli sforzi del Paese per rilanciare l’economia in crisi.
Moody’s ha avvertito che gli alti livelli di indebitamento delle amministrazioni regionali e locali, molte delle quali hanno difficoltà a rimborsare i debiti in scadenza, costringeranno il governo cinese a intervenire con aiuti finanziari. Moody’s ha abbassato l’outlook a negativo da stabile, mantenendo il rating a lungo termine A1 sulle obbligazioni sovrane del Paese. Secondo Moody’s, la dipendenza della Cina dagli stimoli fiscali a sostegno dei governi locali e la crisi del settore immobiliare rappresentano un rischio per l’economia del Paese.
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