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bilancio Malta: grandi attese, ma le risposte decisive mancano

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Lunedì sera, negli studi dei contabili e degli avvocati di tutta Malta, l’aria era densa di aspettativa. La voce del Ministro delle Finanze Clyde Caruana riecheggiava mentre annunciava le nuove misure del bilancio. Ogni parola, ogni dettaglio era analizzato da team di esperti, intenti a scoprire in che direzione il governo intende guidare il Paese. Quali settori riceveranno sostegno? Quali saranno le azioni concrete per spingere Malta verso obiettivi economici, sociali e ambientali?

Ma quando, nelle prime ore di martedì, molti di questi professionisti si sono incamminati verso le loro auto dopo una lunga notte di lavoro, si dice che la sensazione predominante fosse la delusione. Ancora una volta, domande cruciali per il mondo degli affari locali sono rimaste senza risposta.

Certo, l’introduzione di misure sociali, la riduzione del deficit, il rafforzamento della compliance fiscale e l’ampliamento delle fasce di tassazione sono stati accolti con favore. Anche l’estensione di alcuni benefici fiscali importanti, come la riduzione delle imposte sulle proprietà nelle zone UCA e sulle donazioni ai figli, è stata una notizia positiva. Ma c’è chi si domandanon sarebbe più logico rendere permanenti questi incentivi, invece di sperare ogni anno nella loro estensione?

Il ministro ha iniziato il suo discorso con dichiarazioni che molti definirebbero audaci. Ha riconosciuto che Malta è ormai dipendente dalla manodopera straniera e che questo ha comportato costi significativi per le infrastrutture del paese, causando traffico e sovraccarico del sistema sanitario. Ha ammesso anche che il previsto incremento di produttività, generato da un aumento delle attività economiche, non ha raggiunto i livelli sperati. La qualità, più che la quantità, deve diventare il nuovo obiettivo del Paese.

Ci si sarebbe aspettati, allora, che il discorso di bilancio offrisse misure concrete per attrarre business di alto valore aggiunto, piuttosto che puntare sulla produzione di massa. Eppure, la sensazione generale è che anche questo tema sia rimasto sospeso. Mancavano anche riferimenti dettagliati agli investimenti per migliorare infrastrutture, risolvere il problema del traffico o alleviare la pressione sul settore sanitario già in difficoltà. Incentivi per il lavoro da remoto, ad esempio, avrebbero potuto fare una differenza significativa, riducendo il traffico in certe fasce orarie.

Forse si è persa un’altra occasione per dare risposte chiare alla comunità imprenditoriale.

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Il ministro ha anche parlato delle negoziazioni con la Commissione Europea riguardanti i Crediti d’Imposta Rimborsabili Qualificanti (QRTCs), che sono cruciali per mantenere Malta competitiva nell’attrarre investimenti esteri diretti, in particolare in un contesto di cambiamenti fiscali globali legati al Pilastro II per le multinazionali. Anche su questo punto, però, non sono stati offerti dettagli chiari. Rispondere ai clienti internazionali dicendo che “Malta sta ancora discutendo” questi crediti è ormai imbarazzante  per i professionisti del settore finanziario. I clienti esteri chiedono risposte chiare, mentre i concorrenti di Malta stanno avanzando velocemente.

E non finisce qui. Temi come la sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) sono ormai molto più che semplici parole alla moda. Riguarderanno direttamente o indirettamente molte imprese locali coinvolte nelle filiere di grandi aziende. Ci si aspettava che il bilancio includesse incentivi per aiutare concretamente le imprese maltesi ad adattarsi a questi standard. Anche su questo fronte, però, la risposta è stata debole.

Apprezzabile è stato il richiamo del ministro sull’importanza delle pensioni private per garantire un futuro economico sostenibile. Tuttavia, il settore privato avrebbe bisogno di una strategia chiara su come il governo intenda incentivare ulteriori schemi pensionistici. Purtroppo, anche in questo caso, i dettagli sono stati pochi.

Le dichiarazioni coraggiose fanno sicuramente piacere; danno l’impressione che le preoccupazioni della società e del settore privato vengano ascoltate. Ma è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che ancora una volta si sia persa una preziosa occasione per offrire risposte concrete alla comunità imprenditoriale e affrontare questioni decisive per il futuro economico di Malta.

Foto: DOI/Omar Camilleri

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