I fatti
Una coppia ha incaricato un commerciante di installare una porta della doccia e un WC a muro. Dopo solo due settimane i consumatori hanno notato che l’acqua filtrava dalla porta della doccia e che il water si staccava dalla parete e gocciolava.
I consumatori hanno segnalato i problemi al commerciante che, nonostante si sia recato due volte a casa dei consumatori per cercare di risolvere i problemi, non è riuscito a farlo. Alla fine i consumatori si sono recati presso l’azienda da cui avevano acquistato la porta della doccia e il bagno e hanno ricevuto il consiglio di rivolgersi a un altro commerciante per verificare cosa non andasse nelle installazioni e risolvere i problemi.
I consumatori hanno ingaggiato un altro commerciante che ha eseguito i lavori richiesti. Questi lavori sono costati ai consumatori 460 euro. Di conseguenza, i consumatori hanno chiesto al primo commerciante di rimborsare loro i costi aggiuntivi sostenuti. Tuttavia, il commerciante ha rifiutato la richiesta dei consumatori e li ha informati che era disposto a rimborsare loro solo 90€, ovvero l’importo che i consumatori avevano pagato per installare la porta della doccia. Il commerciante ha sostenuto che non c’era nulla di sbagliato nella toilette a muro.
Poiché non è stato raggiunto alcun accordo con il commerciante, i consumatori hanno deciso di presentare un reclamo ufficiale all’Ufficio per le questioni dei consumatori per avviare una procedura di conciliazione. Tuttavia, nonostante l’intervento dell’ufficio, non è stato raggiunto alcun accordo tra le due parti, per cui ai consumatori è stata data la possibilità di rivolgersi al Consumer Claims Tribunal.
Le considerazioni del tribunale
In prima istanza, il tribunale ha rilevato che i consumatori sostengono che il commerciante convenuto ha eseguito lavori difettosi nel loro bagno e che chiedono un rimborso di 460 euro, che rappresentano la somma di denaro che hanno dovuto pagare a un altro commerciante per riparare i danni causati dal convenuto.
Il tribunale ha anche notato che i consumatori hanno convocato un testimone per l’udienza. Il testimone era il commerciante a cui si erano rivolti per riparare il difetto di fabbricazione. Il testimone ha spiegato che la porta della doccia era stata installata al contrario e che anche il water a muro era stato montato male alla parete.
La porta della doccia è stata installata al contrario
Il testimone ha anche confermato che i consumatori gli avevano pagato 460 euro per i suoi servizi e ha presentato le relative ricevute come prova. Inoltre, il testimone ha disegnato dei diagrammi per spiegare al tribunale perché il bagno non era montato correttamente alla parete e perché era instabile e perdeva acqua.
Pur non avendo presentato una risposta scritta alle richieste dei consumatori, il convenuto ha partecipato all’udienza del tribunale e ha risposto alle argomentazioni avanzate contro di lui. Il commerciante ha ammesso di non sapere come installare la porta della doccia. Ha anche affermato di aver consigliato ai consumatori di recarsi presso l’azienda da cui avevano acquistato la porta della doccia per ottenere maggiori informazioni sulle modalità di installazione.
Per quanto riguarda la toilette a muro, ha respinto l’affermazione dei consumatori secondo cui non era stata installata correttamente. Il convenuto ha anche confermato che i consumatori lo hanno pagato per intero per il suo lavoro. Ha aggiunto che ogni volta che hanno segnalato un problema si è recato a casa loro per controllare. Inoltre, ha detto di aver offerto ai consumatori di rimborsare loro i 90 € che gli avevano pagato per l’installazione della porta della doccia, ma ha sostenuto che la loro richiesta di pagare loro 460 € per i costi aggiuntivi sostenuti era ingiusta.
La decisione del tribunale
Il tribunale ha osservato che i commercianti hanno l’obbligo di eseguire lavori di livello accettabile nell’ambito della loro attività commerciale o professionale. Ha aggiunto che i consumatori in questo caso avevano il diritto di aspettarsi che il convenuto eseguisse i lavori in modo corretto e senza difetti.
Dopo aver esaminato le prove presentate e le dichiarazioni di entrambe le parti, il tribunale ha concluso che il convenuto non era competente a svolgere il lavoro per cui era stato ingaggiato e che la richiesta dei consumatori era giustificata.
Alla luce di quanto sopra, e dopo aver tenuto conto delle disposizioni del capitolo 378 delle Leggi di Malta (The Consumer Affairs Act), il tribunale ha accolto la richiesta dei consumatori e ha ordinato al convenuto di pagare la somma di 460 euro. Il tribunale ha inoltre stabilito che le spese della seduta sono a carico del convenuto.