Un caso giudiziario dai contorni inquietanti scuote Malta: Massimo Tivisini, un camionista italiano di 56 anni che vive sull’isola da quarant’anni, si trova accusato di aver aggredito e minacciato un anziano di 74 anni. Ma la sua difesa ribalta il racconto: Tivisini sostiene di essere stato lui la vittima, dichiarando di aver subito “avances sessuali indesiderate”
dal suo ospite.
Tutto inizia quando, lo scorso agosto, un sacerdote chiede all’anziano di offrire ospitalità temporanea a Tivisini, che aveva la casa in ristrutturazione. Il camionista, convalescente dopo un importante intervento chirurgico, si trasferisce nella casa di Sliema, aiutando il padrone di casa con le faccende quotidiane mentre il sacerdote copriva l’affitto. Ma quella che doveva essere una sistemazione tranquilla si trasforma presto in un incubo, con l’anziano che accusa Tivisini di ripetute aggressioni e minacce di morte. “Mi ha attaccato più volte, ho temuto per la mia vita,”
avrebbe dichiarato alle autorità.
Sabato, intorno alle 3 del mattino, l’anziano presenta denuncia alla stazione di polizia di Sliema, identificando Tivisini come il suo aggressore. La polizia si mette subito alla ricerca dell’uomo, ma inizialmente non riesce a trovarlo. È solo nel pomeriggio che Tivisini si presenta spontaneamente alla polizia, dichiarandosi innocente. Tuttavia, durante l’interrogatorio, il camionista accusa un malore e viene trasportato d’urgenza in ospedale, dove rimane sotto osservazione per quattro giorni.
In aula, l’avvocato difensore Silvan Pulis presenta una versione ben diversa dei fatti: Tivisini avrebbe lasciato la casa del padrone di casa proprio a causa delle sue “insistenti avances sessuali.” Dopo la fine dei lavori nella propria abitazione, Tivisini vi avrebbe fatto ritorno senza mai tentare di contattare l’anziano. “Il mio cliente non ha mai cercato di avvicinarsi nuovamente al denunciante,”
ha sottolineato il legale, aggiungendo che l’uomo necessita di libertà personale per seguire importanti appuntamenti medici post-operatori.
Ma l’accusa, rappresentata dall’avvocato Alessia Schembri, si oppone con fermezza alla libertà su cauzione, citando il rischio di inquinamento delle prove e il precedente penale del camionista. “Esiste il pericolo che l’imputato possa influenzare le testimonianze,”
ha dichiarato Schembri.
Dopo aver ascoltato le parti, il magistrato Leonard Caruana decide di negare la richiesta di cauzione, almeno fino a quando l’anziano non testimonierà. La tensione rimane alta mentre il caso si avvia verso una nuova udienza.
Foto: Matthew Mirabelli.