Gli ultimi dati rilasciati dalle istituzioni europee e nazionali restituiscono l’immagine di un Europa in ripresa in cui le principali economie tornano a far segnare un valore superiore al 50 negli indici S&P Global per quanto riguarda i servizi, la manifattura e l’indice composito, con le economie tedesca e francese ancora di poco sotto il valore che indica un’espansione dell’economia o una sua contrazione (50), mentre Italia e Spagna danno segni di una ripresa più rapida.
L’economia Italiana è stata di poco ridimensionata nel valore percentuale del PIL annuale. Il dato si attesta al 3,7%, di poco sotto la previsione del 3,9%. È comunque da considerarsi positivo il dato che mostra come le politiche attuate dai governi durate le ultime crisi hanno permesso al tessutoeconomico e produttivo di tornare a trainare l’economia della Penisola, grazie anche alla normalizzazione dei prezzi dell’energia e della politica monetaria della BCE che, apparentemente, si è dimostrata efficace nel frenare l’aumento dell’inflazione
nell’eurozona.
Sebbene il PCI (price consumer index) europeo, l’indice relativo all’inflazione, sia comunuqe alto e si attestava al 8,6% a gennaio, notiamo un rallentamento dopo il picco del 10,6% toccato ad ottobre 2022 (complici i prezzi di energia e alimentari in aumento). Domani 2 marzo, le istituzioni economiche europee rilasceranno i dati relativi all’inflazione mensile di febbraio: il dato previsto si attesterebbe al 8,2%, e qualora dovesse essere confermato dal dato reale, costituirebbe un’ulteriore conferma del processo di ripresa economica che il Vecchio Continente sta attraversando, allontanandosi sempre più dall’ipotesi di una seria recessione
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