La Francia è nel pieno di una tempesta politica ed economica che potrebbe riscrivere il futuro del Paese. Mentre i leader si aggrappano disperatamente al potere e i loro avversari tessono trame per far cadere il governo, i cittadini affrontano una realtà sempre più difficile: l’aumento del costo della vita, il declino dei servizi pubblici e un sistema fiscale che pesa come un macigno sulla qualità della vita.
Ma cosa c’è davvero dietro questa crisi? Non si tratta di un fulmine a ciel sereno. Per oltre due decenni, i governi francesi hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, rimandando riforme essenziali. Il deficit ha rispettato il limite del 3% del PIL solo tre volte negli ultimi 22 anni, e ora il disavanzo potrebbe toccare il 7% entro il 2025. Secondo il ministro del bilancio Laurent Saint-Martin, “la Francia non sta affrontando una crisi come quella della Grecia del 2008”
, dato che il Paese non importa più di quanto esporta. Ma questo basterà a scongiurare il peggio?
Le parole degli esperti sono un monito inquietante: “Quando le riforme strutturali vengono rimandate troppo a lungo, diventa quasi impossibile rimettere le cose a posto, anche quando un paese è spalle al muro.” E la Francia non è sola. Anche Germania e Italia condividono il peso di una crescita stagnante, una disoccupazione alle stelle e un elettorato sempre più disilluso. Ma come sottolineava Jean-Claude Juncker, “La Francia può permettersi di violare le regole perché è… la Francia.”
Un privilegio che nessun altro stato europeo può vantare.
Intanto, Christine Lagarde, presidente della BCE, mantiene un silenzio strategico: “Non parlerò dei singoli paesi”, ha dichiarato recentemente. Tuttavia, questa strategia di non intervento potrebbe presto rivelarsi un errore. Per il momento, i mercati finanziari sono rimasti stabili, e l’indice CAC 40 è addirittura aumentato dopo la mozione di sfiducia al Parlamento. Ma per quanto durerà questa calma? Ken Wattret, vicepresidente di S&P Global Market Intelligence, avverte: “La risposta dei mercati è stata relativamente benigna finora, ma potrebbe peggiorare se la crisi si protrarrà troppo a lungo.”
Per i cittadini francesi, il dramma politico e le complessità delle regole fiscali dell’UE sono solo un rumore di fondo. Ciò che conta è sopravvivere al quotidiano, mentre il governo si aggrappa a soluzioni temporanee per evitare una paralisi totale. Grazie a una legge speciale, il nuovo primo ministro potrà prorogare il bilancio dell’anno scorso, evitando un “shutdown” in stile americano.
Ma il vero problema non è il bilancio: è il futuro dell’Europa stessa. Continuare a rimandare riforme fondamentali rende sempre più difficile mantenere promesse di crescita economica, innovazione tecnologica e sicurezza comune. E con Francia e Germania – i pilastri dell’Unione – in difficoltà, il rischio di un’Europa sempre più frammentata diventa drammaticamente reale.
Foto: Alain Jocard/AFP