La tecnologia medica non si limita a ospedali e cliniche: può essere un’arma decisiva nelle zone di guerra, dove la speranza sembra ormai svanita. “Ogni giorno, mentre il mio paese combatte per sopravvivere, vedo come la tecnologia possa salvare vite, persino nelle condizioni più disperate”, racconta Yulia Yurevich, ucraina e responsabile delle Relazioni con i Clienti e le Partnership di MedTech World. “Lavorando sul campo, siamo testimoni di un miracolo: dispositivi che portano cure e dignità dove sembra esserci solo caos.”
Le aree di conflitto rappresentano un incubo per la sanità: ospedali distrutti, personale medico ridotto all’osso, risorse inesistenti. È qui che dispositivi come kit diagnostici portatili e strumenti per il trauma si trasformano in veri e propri salvavita. “Questi strumenti permettono di effettuare diagnosi immediate e di intervenire anche in assenza di infrastrutture adeguate”
, spiega Yurevich. Ma l’impatto va oltre le emergenze: protesi avanzate e attrezzature riabilitative portatili aiutano chi ha subito traumi a ricostruire una vita, dimostrando come il settore MedTech stia ridefinendo i confini della cura.
In prima linea anche la sperimentazione clinica, con l’obiettivo di portare innovazione proprio dove ce n’è più bisogno. “Espandere i trial clinici alle zone di guerra può sembrare impossibile, ma è lì che otteniamo i dati più preziosi”, sottolinea Yurevich. “Questi studi ci permettono di testare i dispositivi in condizioni estreme, migliorandone efficacia e sicurezza.”
Naturalmente, è essenziale garantire la protezione dei pazienti, collaborando con operatori locali e ONG per rispettare i più alti standard etici.
Affrontare queste sfide richiede alleanze strategiche. La distribuzione di dispositivi medici nelle zone di conflitto è resa possibile da una rete di collaborazione tra aziende, ONG e autorità locali. “In Ucraina, abbiamo dimostrato che, unendo le forze, è possibile consegnare ventilatori, piattaforme di telemedicina e strumenti diagnostici anche nei luoghi più remoti”
, dice Yurevich. MedTech World, attraverso eventi come MedTech Malta 2024, punta a consolidare queste partnership, creando una piattaforma per discutere soluzioni e implementarle su scala globale.
Per chi è sopravvissuto ai traumi della guerra, la riabilitazione è una lotta continua. Dispositivi come protesi all’avanguardia, che offrono feedback sensoriali, o terapie digitali basate sulla realtà virtuale, rappresentano un’ancora di salvezza. “Non si tratta solo di recuperare mobilità, ma anche di ritrovare fiducia e autonomia”
, afferma Yurevich. La tecnologia sta diventando un alleato essenziale per il recupero, sia fisico che psicologico, in contesti dove ogni risorsa è preziosa.
MedTech World, con sede a Malta, è orgogliosa di essere un centro di innovazione globale. “Attraverso MedTech Malta 2024, vogliamo non solo affrontare le sfide sanitarie internazionali, ma anche posizionare Malta come un polo strategico per il settore”, dichiara Yurevich. L’evento sarà un’occasione unica per esplorare nuove soluzioni e costruire ponti tra gli stakeholder, trasformando idee innovative in azioni concrete.
Per Yurevich, la missione di MedTech World è personale. “Quando la mia casa, l’Ucraina, è diventata un campo di battaglia, ho visto il coraggio incredibile dei nostri operatori sanitari”, ricorda, menzionando il lavoro incessante di sua cugina e suo marito in uno degli ospedali principali di Kiev. “La tecnologia può fare la differenza, rendendo possibile l’impossibile.”
Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno sostenuto l’Ucraina in questo momento critico. “Il vostro contributo, che sia stato un aiuto medico, un’innovazione tecnologica o semplicemente la vostra solidarietà, ha fatto una differenza che non dimenticheremo mai”
, conclude Yurevich con profonda gratitudine.
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