Zelensky Accusa Trump di Diffondere Disinformazione Russa: La Rottura Definitiva tra Kiev e Washington?
Il conflitto diplomatico tra Kiev e Washington ha raggiunto nuove vette. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, furioso, ha accusato Donald Trump di essere vittima della “disinformazione russa”, un’affermazione che getta benzina sul fuoco di una frattura sempre più profonda tra l’Ucraina e la nuova amministrazione americana. Un scontro senza precedenti che potrebbe segnare un punto di non ritorno nei delicati equilibri internazionali.
Durante una conferenza stampa a Kiev, Trump ha rilasciato dichiarazioni che hanno fatto tremare le fondamenta del sostegno occidentale all’Ucraina. Non solo ha ripreso tesi già note della propaganda russa, ma ha anche affermato che Kiev sarebbe la principale responsabile dell’inizio della guerra, e ha addirittura insinuato che Zelensky fosse “incredibilmente impopolare”. “Il mio omologo ucraino ha una valutazione di approvazione minima nel suo paese”
ha detto Trump, nonostante i dati dei sondaggi dicano esattamente il contrario.
Zelensky non ha esitato a rispondere con forza: “Purtroppo, il presidente Trump, per il quale abbiamo grande rispetto come leader del popolo americano… vive in questo spazio di disinformazione”
ha dichiarato, smascherando l’ennesimo tentativo di Mosca di indebolire la fiducia nel governo ucraino. Le sue parole hanno messo in luce una crepa sempre più evidente tra l’Ucraina e l’amministrazione statunitense, che proprio in questi giorni ha inviato una delegazione di alto livello a incontrare i negoziatori russi in Arabia Saudita, escludendo Kiev da ogni forma di partecipazione.
Trump e il Sogno di Elezioni in Ucraina: Una Proposta Sconcertante
Le dichiarazioni di Trump sono state accolte con incredulità da Kiev, ma anche con un certo disprezzo a Mosca, dove il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha celebrato l’ex presidente come “l’unico leader occidentale” a comprendere che la causa del conflitto risieda nell’allargamento della NATO. “È un politico completamente indipendente” ha commentato Lavrov, lodando Trump per la sua visione “realista”.
Nel frattempo, Keith Kellogg, l’inviato speciale di Trump per l’Ucraina, è arrivato a Kiev con un incarico apparentemente diplomatico: “sedersi e ascoltare” le preoccupazioni ucraine. Ma la tensione rimane alta, soprattutto dopo che Trump ha lanciato una proposta che ha sconvolto il governo di Zelensky: organizzare nuove elezioni in Ucraina, una delle richieste principali di Mosca per arrivare a un accordo di pace. “È passato tanto tempo dall’ultima elezione”
ha affermato Trump, un’affermazione che ha il sapore di una pressante pressione politica sul presidente ucraino.
La Resistenza di Zelensky: La Popolarità Non Si Abbatte e la Sovranità Rimane Infrangibile
Zelensky, eletto nel 2019 per un mandato di cinque anni, continua a essere al timone del paese nonostante la legge marziale imposta dopo l’invasione russa. Trump, tuttavia, ha minimizzato la sua popolarità, parlando di un presunto “quattro percento di approvazione” nel paese. Ma i sondaggi non mentono: i dati reali mostrano che la fiducia degli ucraini nel loro presidente non è mai scesa sotto il 50%, e anzi, l’ultimo sondaggio del Kyiv International Institute of Sociology (KIIS) ha rilevato che il 57% degli intervistati continua a sostenere Zelensky. Un dato che smonta le tesi di Trump, e che rafforza la posizione di Zelensky di fronte alle sfide interne ed esterne.
La risposta del sindaco di Dnipro, Borys Filatov, è stata una vera e propria difesa d’ufficio di Zelensky, che ha ribadito con forza: “Possiamo piacere o meno a Zelensky. Possiamo criticarlo o lodarlo. Ma è IL NOSTRO presidente”
. Le parole di Filatov risuonano come un grido di unità nazionale, ribadendo la determinazione dell’Ucraina a non cedere né alla Russia né alle pressioni internazionali.
Trump, Europa e il Timore di un Ritorno al Passato
Le dichiarazioni di Trump non fanno che alimentare le preoccupazioni in Europa, dove molti temono che l’amministrazione statunitense possa rinegoziare gli equilibri di sicurezza nel continente a favore di Mosca. A Bruxelles, i diplomatici sono già preoccupati per il rischio che Washington possa sacrificare la sovranità ucraina in cambio di accordi con la Russia, riscrivendo le regole di sicurezza del continente come ai tempi della Guerra Fredda.
Nel frattempo, in Francia, il presidente Emmanuel Macron ha ospitato un incontro sulla situazione ucraina, suggerendo che Trump potrebbe riavviare un “dialogo utile” con Putin. Ma mentre si cercano soluzioni diplomatiche, la guerra sul campo continua a fare strage. Mercoledì mattina, nuovi attacchi russi hanno colpito la città di Odessa, lasciando 160.000 persone senza riscaldamento e elettricità, in una nuova dimostrazione della brutalità del conflitto.
Anche l’Unione Europea non sta a guardare: i diplomatici hanno concordato nuove sanzioni contro la Russia, che saranno formalmente adottate lunedì, nel terzo anniversario dell’invasione russa.
Foto: [Archivio Times Of Malta]
Video: [Archivio Times Of Malta]