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Trump arriva in tribunale a NY per le dichiarazioni di apertura del processo penale

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L’ex presidente degli Stati Uniti e candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump, con l’avvocato Todd Blanche (R), arriva al tribunale penale di Manhattan per partecipare al suo processo per la presunta copertura di pagamenti di denaro sporco legati a relazioni extraconiugali a New York. Foto: AFP

Donald Trump è arrivato lunedì in un tribunale di Manhattan per le dichiarazioni di apertura del suo processo penale ad alto rischio, il primo in assoluto per un ex presidente, con un procedimento che si svolgerà parallelamente al suo tentativo di riconquistare la Casa Bianca.

Il caso storico pone rischi sostanziali per Trump a meno di sette mesi dalla rivincita elettorale con il presidente Joe Biden.

Tra i testimoni dell’accusa sono attesi l’attrice di film per adulti Stormy Daniels – che sostiene di aver avuto un incontro sessuale con Trump nel 2006, affermazione da lui negata – e l’ex faccendiere di Trump Michael Cohen, che offrirà uno sguardo sulle abitudini personali e commerciali del 77enne magnate.

Le identità delle cinque donne e dei sette uomini della giuria sono state tenute segrete per la loro protezione.

La sicurezza è stata stretta lunedì dopo che la settimana scorsa un uomo si è dato fuoco fuori dal tribunale in un incidente non correlato ma raccapricciante.

Trump è accusato di 34 capi d’accusa per aver falsificato i registri aziendali nell’ambito di un piano per pagare 130.000 dollari di “silenzio” a Daniels per garantire che il resoconto del loro presunto rapporto sessuale non venisse pubblicato prima delle elezioni presidenziali del 2016.

Il presunto reato è meno significativo delle incriminazioni in altre tre indagini che ruotano intorno all’attacco di Trump alle elezioni del 2020 – che il repubblicano ha perso contro il democratico Biden – e al suo accumulo di documenti segreti.

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Trump potrebbe rischiare il carcere nel caso attuale, anche se, secondo gli analisti, è più probabile una multa o la libertà vigilata.

Il processo, che si terrà in una squallida aula di tribunale sotto l’occhio vigile dei media, terrà Trump lontano dalla campagna elettorale per quattro giorni alla settimana, per un periodo che potrebbe andare dalle sei alle otto settimane, mentre Biden lo perseguiterà dalla Casa Bianca e da tutto il Paese.

Lunedì ci si aspetta che ogni schieramento esponga il proprio caso ai giurati e attacchi preventivamente i testimoni della parte avversa.

“Questo sarà probabilmente l’inizio del processo più sensazionale della storia americana”, ha dichiarato all’AFP l’ex procuratore Bennett Gershman, ora docente alla Pace University.

“La posta in gioco è pressoché infinita in termini di conseguenze… Ogni giorno sentiremo testimonianze che danneggeranno il signor Trump”.

Le sfuriate di Trump

Trump ha inveito contro il caso, in particolare contro quello che definisce l’ordine di bavaglio parziale “molto ingiusto” imposto dal giudice Juan Merchan per impedirgli di usare la sua presenza sui media per attaccare testimoni, procuratori e parenti del personale del tribunale.

Nella notte ha inveito ancora una volta, utilizzando la sua piattaforma Truth Social per denunciare il “giudice corrotto e altamente conflittuale” che supervisiona il caso.

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“È una farsa che non avrebbe dovuto essere intentata, se non per cercare di danneggiare l’avversario politico di Biden, cioè io”, ha scritto Trump in lettere maiuscole.