martedì, Marzo 19, 2024
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Francia: gli addetti alla raccolta dei rifiuti vengono obbligati a tornare al lavoro

La Francia obbligherà gli addetti alla raccolta dei rifiuti di Parigi a tornare al lavoro dopo che uno sciopero di giorni contro la riforma delle pensioni ha lasciato molte strade della capitale piene di rifiuti.

Il capo della polizia Laurent Nunez ha informato ieri il sindaco Anne Hidalgo – che si è schierata con i lavoratori – che il governo avrebbe usato il suo potere per “requisire” i netturbini in sciopero, costringendoli a tornare al lavoro sotto la minaccia di un’azione penale.

Secondo i dati del Comune, ieri erano ammassate nelle strade di Parigi circa 7.600 tonnellate di rifiuti.

I sostenitori del governo e la destra francese hanno colpito Hidalgo e gli scioperanti con il timore che mettano in pericolo la salute pubblica e fatto scappare gli sciami di turisti della capitale.

I lavoratori hanno abbandonato il lavoro per protestare contro i piani di riforma del sistema pensionistico del presidente Emmanuel Macron, le cui misure principali sono l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni e l’aumento del numero di anni che le persone devono versare per ricevere una pensione completa.

“La richiesta dei netturbini di Parigi, che non vogliono lavorare per due anni in più… è giusta”, ha detto Hidalgo.

“L’unica risposta che potrebbe calmare il clima attuale è il dialogo sociale, piuttosto che una prova di forza“, ha aggiunto.

L’azienda privata di raccolta rifiuti Derichebourg ha dichiarato ieri che avrebbe smesso di sostituire i netturbini della città dopo aver subito minacce di picchetti nei suoi depositi.

Oggi la polizia ha eliminato il blocco di un’altra azienda privata di rifiuti, la Pizzorno Environnement, permettendo ai suoi camion di riprendere la raccolta nel 15° distretto della capitale e in 150 scuole di Parigi.

I legislatori sono pronti per votare sul progetto di legge sulle pensioni oggi, con il partito di Macron ancora incerto di riuscire a superare la linea.

Gli addetti alla raccolta dei rifiuti hanno effettuato uno dei pochi scioperi a rotazione contro le modifiche proposte, mentre altri settori hanno organizzato scioperi di un giorno che hanno accompagnato manifestazioni di massa.

La federazione sindacale di sinistra CGT ha dichiarato che mercoledì 1,7 milioni di persone sono scese in strada in tutto il Paese, mentre il ministero degli Interni ne ha contati 480.000.

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