Il panificio Arrigoni ha prodotto pane per i papi per quasi un secolo, dai panini alla rosetta alle pagnotte integrali, ma il turismo di massa si è rivelato letale e nessuna preghiera può salvarlo.
“Abbiamo spento il forno il martedì”, ha detto Angelo Arrigoni, 79 anni, il cui padre aprì il piccolo negozio nel 1930, durante il papato di Pio XI, e che consegnava a mano il pane alla famiglia papale.
Ogni volta che veniva eletto un nuovo capo della Chiesa cattolica, il “Panificio Arrigoni” di Borgo Pio, a soli cinque minuti a piedi da Piazza San Pietro, si preparava a soddisfare i gusti del nuovo Papa.
Il Papa polacco Giovanni Paolo II, eletto nel 1978, “diceva di volere il pane che mangiavano i suoi operai”, racconta Arrigoni.
“Gli operai mangiavano sia la ‘ciriola’, quella grande e classica pagnotta romana che quasi nessuno fa più, sia i panini con la rosetta”, ha detto all’AFP.
“Così per tutto il suo papato, che è durato quasi 27 anni, gli abbiamo dato cinque ciriole e cinque panini con la rosetta”.
Quando è stato eletto il suo successore Benedetto XVI, Arrigoni ha telefonato alla casa pontificia, ma una suora gli ha detto che il nuovo Papa tedesco sarebbe rimasto dal panettiere che frequentava da cardinale.
“Ma io sono quel panettiere!”, le disse, perché Benedetto aveva già preso da lui formaggio e pane azzimo come cardinale Joseph Ratzinger.
Un pezzo di storia
Anche Papa Francesco è stato servito da Arrigoni, ma ora dovrà cercare altrove il suo pane quotidiano, dopo che il panettiere si è trovato schiacciato dal calo dei clienti locali e dai prezzi elevati dell’energia.
“Il quartiere è cambiato”, ha detto.
“Tutte le case che prima erano piene di gente sono diventate affitti per turisti”, la maggior parte dei quali non fa la spesa quotidiana per i prodotti di base, ma preferisce mangiare fuori nei ristoranti della Città Eterna.
La notizia della vendita dei locali ha rattristato i clienti abituali di Arrigoni.
La guida turistica Francesca Pantusa ha mangiato con calma il suo ultimo panino, preparato con cura da Arrigoni.
“A Borgo Pio ci sono solo ristoranti per turisti… mentre qui si trovano prodotti buoni, al giusto prezzo e con Angelo che è incredibile… gentile, cordiale… mi viene da piangere”, ha detto.
La panetteria si distingueva per la strada, soprattutto per la mancanza di tavolini all’esterno adatti ai turisti – un argomento dolente per Arrigoni, dopo che aveva cercato di convincere il Consiglio comunale a dargli il permesso, senza riuscirci.
Il giornalista vaticanista Iacopo Scaramuzzi ha attaccato il Comune su Twitter, chiedendo perché una città “ubriaca di nostalgia non sia stata in grado di preservare il proprio patrimonio” e salvare “il panettiere dei papi… un pezzo di storia del Vaticano”.